In
primavera, se si ha la possibilità di passeggiare in campagna, ci si imbatte di
frequente nel tarassaco, erbacea comunissima dal fiore giallo brillante
e dalle foglie dentate da cui il nome dente di leone, altro appellativo
di questa pianta.
Quando
torno a casa dei miei genitori, nella bella Valle di Chio in provincia di Arezzo,
specie in questo periodo mi piace andare in cerca delle sue giovani FOGLIE:
si possono consumare crude in insalate o farle diventare ripieno
di torte salate o base di zuppe rustiche, l’importante è raccoglierle
in luoghi non inquinati.
Sono
leggermente amare e mangiate come prima cosa a tavola preparano una buona
digestione aiutando a depurarci delle tossine. Ma hanno
anche altre proprietà, ad esempio sono diuretiche per l’elevato
contenuto di potassio. Recenti studi hanno rivelato che sono anche ricche di
zeaxantina e luteina, due sostanze utili per prevenire le
degenerazioni senili degli occhi come la cataratta.
Le
foglie del tarassaco, oltre che in primavera, possono essere raccolte anche in
autunno quando la pianta rivegeta e sono utilizzabili non
solo nella nostra alimentazione ma anche in quella degli animali aggiungendo
alla pappa un cucchiaio di foglie fresche sminuzzate come depurativo e
stimolante della digestione.
La RADICE
del dente di leone, che si può raccogliere in settembre-ottobre o in febbraio
prima che la pianta fiorisca, ha invece un effetto più marcato sulla funzionalità
epatica e, abbinata a piante più specifiche, può essere utilizzata
anche in caso di disturbi articolari o reumatici (per questo
utilizzo è necessario rivolgersi a un professionista preparato ed evitare il
fai da te).
Un’ultima
raccomandazione. In caso di calcoli alla cistifellea ASSUMERE CON CAUTELA IL
TARASSACO, specie sotto forma di puro succo, decotto o tintura madre. Stimolando
la secrezione della bile, infatti, potrebbe mobilizzare qualche calcolo verso
il dotto escretore, ostruendolo e causando una colica.
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