Se
le accortezze prima dell’esposizione solare non sono state sufficienti e la pelle presenta
eritemi e scottature, un ottimo rimedio è rappresentato dall’olio preparato con
la calendula o con l’iperico. Basta applicarlo sulla parte interessata e
massaggiare con dolcezza più volte al giorno, cercando ovviamente di evitare
nuove esposizioni ai raggi ultravioletti finché la pelle è stressata.
L’oleolito
di calendula nutre gli strati profondi della cute, riduce
gli arrossamenti
di ogni tipo ed elimina prurito e bruciore.
L’oleolito
di iperico (chiamato anche “Olio di S. Giovanni) ha le stesse
proprietà ed è ottimo non solo per le scottature solari, ma anche per quelle da
fuoco.
Si
possono reperire entrambi nelle erboristerie e in alcune farmacie specializzate
in prodotti naturali.
Quando
mi è capitato di trascorrere l’estate in campagna, li ho potuti preparare da
sola. L’olio ha una bassa capacità estrattiva e il processo è alquanto lungo:
ci vogliono 2-3 mesi, ma per me è bello e rilassante lavorare con le erbe e a
contatto con la natura.
Se
le piante medicinali sono anche la tua passione e hai la possibilità di
dedicare del tempo alla preparazione di rimedi e dolci cure, ecco le indicazioni
per realizzare “l’oleolito salva-scottature”.
Procurarsi
il vegetale fresco (fiori di calendula o di iperico) nel momento di raccolta ideale,
il che vuol dire giugno-agosto, nelle ore calde intorno a mezzogiorno, con
tempo soleggiato e senza vento, in un periodo di luna crescente.
Con
i fiori appena raccolti si riempie per due terzi un vasetto di vetro quindi si
copre completamente il contenuto con olio di girasole biologico e si chiude
bene. Attenzione: i fiori devono rimanere ben coperti dall’olio (se necessario
usare un peso per tenerli bloccati sul fondo).
Il
vasetto va poi esposto al sole perché il calore facilita il processo estrattivo
ma bisogna farlo al mattino presto o il pomeriggio dopo le 17-18 perché la luce
troppo intensa altera l’olio e alla fine può risultare un prodotto non idoneo. Perciò
tutti i giorni, nelle ore più giuste, l’olio va spostato all’aperto.
Quello
appena descritto è il classico metodo per preparare l’oleolito che veniva
usato in passato. È abbastanza lungo e richiede tempo e pazienza. Alla fine
però, se tutto è stato fatto correttamente, si ottiene una preparazione molto
efficace che, una volta filtrata e strizzata bene si conserva a lungo, a riparo
da luce e umidità, in una boccettina di vetro scuro chiusa bene.
C’è
anche un sistema più veloce che consiste nel riscaldare a bagnomaria l’olio
di girasole e i fiori senza però far raggiungere all’olio l’ebollizione. Si
spenge il fuoco appena raggiunta una certa temperatura e si lascia raffreddare
coperto, poi si ripete l’operazione 2 o 3 volte. Dopo la terza volta si tolgono
i fiori dall’olio filtrandoli e strizzandoli bene e si trasferisce l’oleolito
ottenuto in un contenitore di vetro scuro che, tappato bene, si conserva in un
luogo buio e asciutto fino a due anni.
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