Comincia
la bella stagione, è il momento di passare più tempo possibile all’aria aperta
perché la luce solare è la fonte principale di approvvigionamento della
vitamina D che, non solo aiuta a
costruire ossa forti, ma svolge anche altri compiti importanti per tutto
l’organismo.
Si
potrebbe, infatti, definire la
vitamina D come la regina del sistema immunitario dal momento che numerosi
studi hanno evidenziato che è efficace per prevenire e contrastare:
- influenza e malattie
infettive ricorrenti
- malattie reumatiche,
infiammatorie intestinali, cardiovascolari e autoimmuni
- patologie metaboliche come
il diabete
- problematiche della pelle
(ad esempio psoriasi, dermatite atopica, vitiligine)
- sintomi depressivi
- tumori (in particolare al polmone, alla mammella, al colon retto e alla prostata).
Oggi
come oggi sono molte le persone che hanno livelli di vitamina D nel sangue
tanto bassi da non essere protettivi per la salute.
Le
ragioni di questa carenza sono da ricercare nel fatto che molti di noi sono
costretti a vivere e lavorare in locali chiusi per la maggior parte del
tempo.
Spesso
poi siamo troppo vestiti anche nelle giornate più miti di primavera e, più
compriamo il corpo e più diminuiamo il contatto diretto della pelle con il
sole, minore è la produzione di vitamina
D.
D’estate
invece siamo più scoperti sì, ma c’è un altro problema: ci cospargiamo di creme
solari. Queste creano uno schermo che impedisce l’assorbimento dei raggi solari
e pertanto la formazione della vitamina D di oltre il 90%.
Anticamente era riconosciuta una grande importanza al
potere curativo del sole.
I
greci vi ricorrevano per curare piaghe e altre malattie cutanee. I romani impiegavano il solarium sia per i sani che
per i malati. In Egitto, India e Cina la
cura del sole era prevista per diverse malattie.
Anche
nell’Europa dell’800 si raccomandava l’esposizione alla luce solare per la cura
di varie problematiche: tubercolosi, rachitismo, artriti e insonnia. Magari non
si sapeva perché funzionasse, ma si prendeva atto che i malati mandati a riposo
in località soleggiate spesso guarivano.
Oggi
fortunatamente sono molte le ricerche scientifiche che sottolineano
l’importanza dei bagni solari. Ovviamente con buon senso e gradualità.
In
realtà per evitare il rischio di carenza di vitamina D basterebbero 20 minuti
al giorno di esposizione fra le 10 e le 15 quando il sole è allo Zenit e i suoi
raggi sono più corti (invece al mattino presto e il pomeriggio tardi
l’intensità dei raggi UV è molto minore è così pure la produzione di vitamina
D).
Meglio
cominciare però con tempi ridotti, anche 5
minuti, e aumentare gradualmente tenendo presente che è necessario esporsi
regolarmente, cioè tutti i giorni, al fine di garantire una adeguata sintesi di
vitamina D.
Oltre
alla luce solare – che è appunto la nostra principale fonte di approvvigionamento della vitamina D –
vanno considerati alcuni alimenti che sono in grado di apportarla,
ad esempio olio di fegato di merluzzo, salmone, sgombro, tonno, aringhe, sardine,
tuorlo d’uovo (specialmente quello di galline allevate a terra), yogurt, burro.
Sono
soprattutto fonti di origine animale. L’importante è scegliere prodotti di alta
qualità provenienti da agricoltura biologica o animali allevati al pascolo.
Ed è
importante anche prediligere cotture delicate come il vapore e il forno a basse
temperature perché il calore elevato riduce il contenuto di vitamina D.
In
caso di limitata esposizione al sole, scelte alimentari troppo restrittive o
determinate patologie, è consigliabile ricorrere ad un integratore per
colmare la carenza di questa importante vitamina e raggiungere il fabbisogno
individuale raccomandato.
Altri
fattori che possono causare un deficit di vitamina D sono il fumo e l’abuso di
alcolici.
Infine
anche alcuni farmaci come gli antiacidi, le statine o i lassativi possono
limitare l’assorbimento di vitamina D da parte dell’organismo.
Si
tratta di ulteriori casi in cui potrebbe essere necessario ricorrere ad un
integratore.
Con
una raccomandazione: dato che la vitamina D ha la caratteristica di
accumularsi nel tessuto adiposo è consigliabile assumere la dose giornaliera
raccomandata ogni giorno piuttosto di un dosaggio più elevato saltuariamente.
Nessun commento:
Posta un commento