Circa
due anni fa uscirono i dati di un piccolo ma interessante studio, condotto dai
ricercatori della prestigiosa Università John Hopkins presso il Massachussets
General Hospital for Children, secondo cui l’assunzione quotidiana di sulforafano,
una sostanza contenuta nelle crucifere (in particolare nei broccoli e nei loro germogli)
porterebbe a miglioramenti considerevoli nella sintomatologia di bambini
autistici.
L’autismo
è un disturbo dello sviluppo neurologico che impedisce a chi ne è affetto di
interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente. Si manifesta
con un’ampia gamma di livelli di gravità, e negli ultimi anni, purtroppo, sta
diventando un dramma sociale perché i casi sono in crescita esponenziale. Tra
le possibili cause si è parlato in particolare di assimilazione di sostanze
tossiche. È inoltre da considerare il fattore alimentazione: quella
odierna, dove preponderanti sono i cibi raffinati, è ormai priva di elementi
nutritivi essenziali e ricca di alimenti modificati (ad esempio i cereali
coltivati al giorno d’oggi contengono molto più glutine di quelli dei tempi dei
nostri nonni, e l’intolleranza al glutine – guarda caso – è presente in molti
bambini autistici).
Dunque
il sulforafano estratto dai broccoli potrebbe offrire la chiave per trattare
l’autismo?
Dopo
questo studio, che fu pubblicato online su PNAS Early Edition,
non mi pare che ne siano seguiti altri. Peccato, perché i risultati furono
rilevanti benché si sia trattato di uno studio molto ristretto: miglioramenti evidenti
nell’irritabilità, nella letargia, nei movimenti ripetitivi, nei manierismi
inusuali, nell’iperattività, nella consapevolezza e nella comunicazione durante
il trattamento (quattro settimane dopo la fine dell’assunzione di sulforafano,
invece, i sintomi erano tornati agli stessi livelli presenti prima
dell’assunzione).
La
speranza è quella che gli autori e i ricercatori possano andare avanti con
questo tipo di indagini e che presto possano essere pubblicati nuovi dati
certi.
Quel
che posso dire, in base alla mia esperienza, è che togliendo dalla dieta dei
bambini con disturbo dello spettro autistico alcune sostanze (in primis glutine
e caseina) effettivamente si ottengono dei grossi miglioramenti. Tanto più
evidenti quanto più precocemente viene cambiata la loro alimentazione.
Per
quanto riguarda i broccoli – in attesa di ulteriori conferme scientifiche in
merito all’efficacia sulla sintomatologia specifica dell’autismo – la loro
presenza nella nutrizione quotidiana non può fare altro che bene, non solo
perché questi ortaggi contengono sulforafano, ma anche polifenoli e numerose
altre sostanze in grado di arginare lo stress ossidativo individuale (responsabile
dell’invecchiamento precoce e di gravi patologie).
Attenzione
però a cucinarli correttamente per conservarne le proprietà: 3-4 minuti al
vapore, non di più.
Mi auguro che questo mio breve post possa essere accolto come un invito ad approfondire l’importanza
di una sana e mirata alimentazione per quanti si trovano ad affrontare qualsiasi
problematica di salute.
Il
nostro cibo è l’elemento costruttore e ricostruttore del nostro corpo e anche
della nostra mente. Scegliendo quello giusto possiamo contribuire in modo
determinante al nostro benessere e alla nostra longevità.
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