Straordinariamente
preziose le erbe aromatiche facilitano la digestione. Permettono di
limitare l’apporto di sale consentendo comunque di preparare dei piatti
saporiti e gustosi. Secondo la medicina antroposofica sono apportatrici
di luce e calore e valorizzano notevolmente l’alimentazione dal momento
che oggi la maggior parte dei cibi è carente di queste “forze primordiali” a
causa della mancanza delle giuste cure al terreno nel corso della coltivazione e
a seguito dell’inadeguata lavorazione di verdure, cereali e legumi durante i
processi industriali.
Poiché,
quindi, migliorano, anzi rinnovano la qualità degli alimenti, sarebbe
bene
tenerle nella dovuta considerazione nella pratica culinaria quotidiana e non solo per preparare le pietanze degli adulti, anche quelle dei bambini. Per i più piccoli dobbiamo semmai imparare a dosarle: una piccola quantità al giorno è sufficiente.
tenerle nella dovuta considerazione nella pratica culinaria quotidiana e non solo per preparare le pietanze degli adulti, anche quelle dei bambini. Per i più piccoli dobbiamo semmai imparare a dosarle: una piccola quantità al giorno è sufficiente.
Ricorda
di aggiungere le aromatiche a fine cottura e di fare i giusti
abbinamenti, ogni pianticella infatti ha un’azione peculiare e provvede
per la migliore digeribilità di cibi diversi.
Ecco
quattro erbe che non possono mancare in cucina:
FINOCCHIO
SELVATICO
Qui
in Toscana è utilizzato soprattutto per profumare le carni al
forno, in Sicilia cotto con le fave si consuma più che altro come
verdura, in Alto Adige invece ho mangiato un ottimo pane
aromatizzato con semi e rametti teneri di finocchietto.
Agisce
sui crampi e i gonfiori dell’intestino e per questo motivo a me piace
accostarlo ai legumi che così diventano più digeribili e non provocano
flatulenze. Se si aggiunge all’acqua di bollitura delle castagne le profuma e
ne agevola la digestione.
TIMO
Definito
“l’antibiotico dei poveri” per le sue eccellenti proprietà antisettiche
soprattutto sulle vie respiratorie (suffumigi per catarro, tosse, mal di gola
che però vanno fatti rigorosamente a occhi chiusi poiché i suoi oli essenziali
possono irritare), il timo in cucina rende gradevoli molte preparazioni.
Io
lo aggiungo ai piatti a base di lenticchie, ai soufflé di formaggio,
alle salse di radici e ai piatti di cereali. Si può
anche usare per aromatizzare oli e aceti, funghi
e carne.
Alle
carote cotte insieme a cipollotti dà un sapore speciale (si può
frullare il tutto con poco sale e olio extravergine di oliva per ottenere un
sugo ottimo per un primo piatto).
MAGGIORANA
È
particolarmente adatta ai piatti di cereali, sta a meraviglia con
l’avena e l’orzo ad esempio, e si sposa molto bene anche alle verdure
(in ripieni, soufflé, minestre). Chi mangia carne la troverà ottima con le salsicce,
ha infatti il pregio di rendere più facilmente digeribili i grassi e di
renderli meno pesanti per l’organismo.
SANTOREGGIA
Si
usa preferibilmente per condire le verdure (in particolare
cavoli, zucchine, pomodori e patate) ma è assolutamente da provare anche con i legumi:
questi si avvantaggiano infatti non solo del gusto ma anche delle proprietà
digestive di questa erba che, non a caso, in Germania è chiamata “erba dei
fagioli”.
La
tisana di santoreggia a fine pasto favorisce l’espulsione dei gas intestinali e
può servire anche per gargarismi in caso di mal di gola.
Il momento
migliore per la raccolta di queste piante aromatiche è la primavera
inoltrata. Si aspetta che la rugiada sia evaporata e che l’aria si sia un poco
scaldata (ma non troppo perché il calore forte del sole farebbe evaporare gli
oli essenziali). Vanno scelte foglie senza macchie o ingiallimenti e, se non si
usano subito, si essiccano senza lavarle mettendole in un luogo caldo, asciutto
e ben ventilato ma a riparo dal sole. Quando sono ben secche si staccano le
foglie dal gambo e si trasferiscono in vasi di vetro scuro. Vanno conservate a
riparo da luce e umidità e tritate solo al momento dell’utilizzo.
Nessun commento:
Posta un commento