Le
insalate ortive del genere delle lattughe possono essere a disposizione tutto
l’anno, in primavera invece è bene sfruttare le erbe selvatiche come ottima insalata. Chi abita in città,
purtroppo, solo molto raramente può avere la fortuna di trovarle nei negozi di
alimentazione naturale, ma chi vive in campagna in questo periodo può godere
appieno dei loro benefici effetti. Sto
parlando dell’ortica,
della cicoria, della podagraria, dell’acetosella, dell’achillea, della
pratolina e di molte altre preziose erbe che agiscono stimolando il fegato e
tutto il ricambio.
In
passato queste erbe spontanee che crescono nei prati, nei campi e nei boschi
sono state una risorsa alimentare importante per le popolazioni rurali e le
famiglie contadine le conoscevano bene.
Oggi
questo patrimonio culturale (che in certe zone è stato tramandato attraverso
varie generazioni) rischia di perdersi perché l’uomo non ha più bisogno di
spingersi alla raccolta di erbe per sopravvivere, ma sarebbe bene riavvicinarsi alla natura per ritrovare
sapori speciali lontani o anche solo per guardare con occhi meno distratti la bellezza
e la ricchezza della vegetazione che ci circonda.
Le
piante selvatiche possono diventare frittate, zuppe, marmellate, liquori ma le
mie preferite sono quelle che si possono
consumare in insalata come il tarassaco.
Vanno
raccolte in luoghi lontani da strade trafficate e fonti di inquinamento ad
esempio canali di scolo, allevamenti di animali, discariche, aree industriali o
parchi frequentati da cani e altri animali. è
necessario anche stare alla larga dai campi sottoposti a trattamenti chimici o
a sversamento di liquami.
Vanno
lavate molto bene con acqua fredda per togliere i residui di terra e poi
condite con una salsa a base di quark (latte fermentato) e olio di semi di lino
oppure olio extravergine di oliva e limone.
Per
rendere ancora più salutari queste particolari insalate primaverili si possono
aggiungere delle erbe aromatiche, se è possibile fresche altrimenti essiccate. Quelle più adatte sono melissa, limoncina,
pimpinella, borragine, dragoncello, issopo, aneto, erba cipollina, coclearia,
basilico, anice, salvia, maggiorana, prezzemolo e senape.
Anche
i ravanelli e il cavolo cappuccio (tritato molto finemente), le noci oppure le mandorle
arricchiscono a meraviglia le insalate fatte con le erbe di campo.
L’olio
o il quark sono necessari perché il grasso permette al nostro organismo di
utilizzare pienamente alcune vitamine che queste piante spontanee contengono
invece il limone o, in alternativa, l’aceto
di mele, aggiungono una nota acida che riequilibra molto bene il retrogusto
amaro di alcune di queste erbe e il sapore dolce delle mandorle e delle noci.
Raccogliere
erbe selvatiche, radici e bacche nel silenzio nei prati è una bella emozione
oltre che un salutare esercizio all’aria aperta.
Proprio
l’altro giorno mi trovavo in campagna a casa dei miei genitori dove è ancora
possibile fare sane passeggiate in sentieri non percorribili dalle automobili.
Qui le piante spontanee da utilizzare come insalate crescono rigogliose in
questa stagione e si possono raccogliere in sicurezza.
Puoi
farlo anche tu se magari nel weekend hai piacere di trascorrere una giornata
nella natura scegliendo luoghi lontani dall’inquinamento cittadino per godere
di aria pulita.
Ricorda
però sempre queste cose:
1. Verifica
di non essere in aree dove è vietata la raccolta (es. nelle Riserve Naturali) o
di raccogliere specie che non siano protette dalle leggi locali.
2. Non
raccogliere piante malate o ammuffite.
3. Raccogli
le piante con rispetto in modo da lasciarne altre sul posto per garantirne la
sopravvivenza e senza sradicarle se ti occorrono solo le foglie.
Infine
la raccomandazione più importante: non raccogliere niente che non conosci e, se non
hai esperienza, fatti accompagnare da qualche persona bene informata.
Le
piante infatti contengono sostanze che possono produrre potenti effetti sull’organismo
umano e alcune erbe considerate benefiche sono molto simili ad altre che invece
sono velenose.
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