Si è
svolta nei giorni scorsi la prima “grindadrap” del 2018, la spietata
caccia tradizionale ai cetacei che ogni anno, da secoli, si svolge nelle Isole
Faroe, arcipelago danese nell’Oceano Atlantico. Questa pratica, condannata
dalla comunità internazionale, prevede che i mammiferi marini (per lo più
globicefali, una particolare specie di cetacei molto simili ai delfini) siano
spaventati con le barche e condotti verso una spiaggia dove ad attenderli ci
sono decine di uomini armati di coltelli, lance e uncini.
Ancora
una volta l’acqua si è tinta del sangue di queste creature sociali e
intelligenti e l’aria si è riempita delle loro grida disperate. Questi animali
infatti soffrono, non solo per sé stessi, ma anche per l’uccisione e la separazione
degli altri membri del gruppo ed emettono urla strazianti durante la mattanza.
L’organizzazione
senza scopo di lucro SeaShepherd Conservation Society da anni si batte contro questo
massacro e anche varie star di Hollywood hanno preso posizione,
in realtà senza alcun risultato finora poiché ogni anno, da maggio fino quasi a
settembre, i cetacei continuano ad essere uccisi.
Forse
c’è stato un tempo in cui la gente di queste isole dal clima ostile, dove è
difficile praticare l’agricoltura, sarebbe morta di fame senza consumare la
carne di cetaceo, ma oggi non credo che qualcuno potrebbe morire di fame se
queste uccisioni si fermassero.
Allora
perché continuare con questa violenza?
Online
si trovano dichiarazioni sul fatto che la grind sia cultura e tradizione.
Non
c’è alcun dubbio che la grind sia antica nelle Faroe.
Ma è
abbastanza per portare avanti qualcosa che non è più necessario e così crudele?
Oltretutto
recenti studi hanno rilevato nella carne e nel grasso dei globicefali grandi
quantità di mercurio e diossine tanto che le stesse autorità faroesi
consigliano di limitarne il consumo (da tener presente che questo allarme è
valido anche per altri pesci, soprattutto grandi predatori tra cui tonno,
pescespada e verdesca).
Dunque
se non c’è alcuna necessità attuale di consumare la carne di globicefalo, e
oltretutto è rischioso farlo per la salute, perché questi animali continuano ad
essere uccisi nelle isole Faroe?
Penso
ci sia tanto da riflettere …
Riflettere
su come trattiamo gli altri esseri senzienti anche se non sono “persone”.
Riflettere
su quale significato abbia per noi umani reclamare il mondo e le sue creature.
Forse
troppo spesso ci sentiamo superiori a qualsiasi altra forma di vita e crediamo
di avere il diritto di sfruttare la terra e di disporre di ogni sua risorsa o
creatura.
Dimentichiamo
che abbiamo la divina responsabilità di proteggere il pianeta e la vita su di
esso.
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