Ci
sarebbe un collegamento tra l’utilizzo di contraccettivi ormonali e disturbi
depressivi soprattutto per le adolescenti. Lo sostiene uno studio dell’Università
di Copenaghen che è stato pubblicato a
fine settembre sulla rivista JAMA Psychiatry.
L’indagine
è stata eseguita mettendo a confronto dati riguardanti prescrizioni e diagnosi
mediche provenienti da due registri nazionali danesi: uno che contiene
informazioni relative alle ricette dispensate, e l’altro che raccoglie
informazioni su pazienti trattati nei reparti psichiatrici.
In
questo modo i ricercatori hanno potuto analizzare un elevato numero di donne e
adolescenti di età compresa tra 15 e 34 anni, ben 1.061.997, monitorandole per
14 anni.
Dalla
ricerca ovviamente sono state escluse le donne a cui era stato precedentemente
diagnosticato un disturbo depressivo o che avevano fatto uso di antidepressivi
e chi era affetta da altri disturbi psichiatrici importanti. Mentre coloro che,
nel corso dell'indagine, sono rimaste incinta, non sono state monitorate per
tutta la durata della gravidanza e fino a 6 mesi dopo il parto, a causa del
rischio di depressione post-partum.
Quali
i risultati dello studio? Incrociando i dati è emerso che l’uso di
contraccettivi ormonali è collegato al successivo utilizzo di antidepressivi e
ad una prima diagnosi di depressione, soprattutto per quanto riguarda le
adolescenti.
Dunque
la depressione, nelle giovani donne, potrebbe anche essere un effetto negativo
provocato dall’utilizzo di questo metodo di controllo delle nascite. Si
potrebbe obbiettare che si tratta di un unico studio e che ne sarebbero
necessari altri per avvalorarne le conclusioni.
È
vero, si tratta di un unico studio, ma è stato monitorato un numero altissimo
di giovani donne e per lungo tempo. Personalmente, per come è stata condotta, questa
indagine dell’Università di Copenaghen mi pare attendibile. Come minimo dovrebbe avviare una riflessione su questo possibile legame e le sue conseguenze.
Non
si deve dimenticare, inoltre, che spesso le manifestazioni della depressione
sono come un messaggio in codice indirizzato a chi ci sta accanto
che rivela difficoltà di interazione e comunicazione a livello di ambiente
familiare, lavorativo e sociale.
Riuscire
a parlare di queste difficoltà è necessario per poter iniziare a risolvere i
problemi.
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