Si è
concluso stasera a Firenze l’VIII Congresso ARTOI sull’oncologia integrata. È
stato estremamente interessante partecipare a questi due giorni che hanno avuto per protagonisti
i massimi esperti nazionali e internazionali che da anni operano in questo
ambito.
Purtroppo l'incidenza del cancro non è in diminuzione. Anzi, il trend è in salita. Oggi
è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari ed è un problema
complesso che va gestito tenendo conto non solo degli aspetti organici, ma
anche di quelli psicologici e sociali.
Certo,
rispetto al passato ci sono farmaci nuovi, ma presentano ancora dei costi alti
in termini di citotossicità e di qualità della vita dei pazienti (oltre ad
avere dei costi economici esorbitanti).
Se
vogliamo vincere davvero questa battaglia è necessario unire i saperi e
non si può prescindere da un approccio globale che rispetti anche l’unicità di
ogni persona.
In alcune città della Toscana, ma anche in altre realtà italiane
e in molti centri esteri, questo avviene già, c’è un reale approccio
interdisciplinare alla cura e gli oncologi si avvalgono dell’importante
contributo offerto da altre conoscenze: medicina tradizionale cinese,
omeopatia, omotossicologia, medicina antroposofica, fitoterapia, nutrizione,
terapie corpo-mente, musicoterapia e danzaterapia.
La speranza che nasce da questo congresso è che l’integrazione si possa sviluppare sempre di più soprattutto in quei territori che ancora non la concepiscono come possibilità reale all’interno del servizio sanitario.
Per
quanto riguarda le esperienze già attive, inoltre, l’auspicio è che diano vita
ad un gruppo internazionale che possa scambiarsi le informazioni per aiutare
meglio i pazienti. Perché le lodevoli esperienze di oncologia integrata che
sono state presentate a Firenze non rimangano isolate ma diventino una
possibilità concreta per tutti i malati di qualsiasi parte del mondo.
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