Le ricerche confermano quello che
gli antichi hanno sempre intuito: “l’effetto luna” esiste davvero. Del resto se
il corpo celeste influisce sulle maree, esprimendo la sua forza d’attrazione
sugli oceani in modo così spettacolare – basti pensare al Mont Saint Michel, in
Francia, dove si registrano le maree più grandi d’Europa – perché non dovrebbe
esercitare questa stessa influenza anche sulla vita della terra e dei suoi
abitanti?
In effetti, nel corso degli
ultimi anni, sempre più studiosi si sono posti l’interrogativo. Ha cominciato
negli anni venti Lilly Kolisko che, con le sue ricerche, è
riuscita a mettere in evidenza i diversi influssi della luna piena e della luna
nuova sull’agricoltura. E hanno proseguito, dopo di lei, altri ricercatori che
hanno portato avanti gli studi in questo ambito prendendo in esame gli effetti
della luna ascendente e discendente. A partire dagli anni Cinquanta si è fatta notare,
in particolare, la tedesca Maria Thun arrivando a sostenere che
le influenze lunari sul mondo vegetale sono da mettere in relazione alla
posizione della luna rispetto allo zodiaco. In pratica ogni segno, nel momento
cui fa da sfondo alla luna, imprimerebbe un certo carattere alla pianta e le
influenze sarebbero maggiori in situazioni particolari, ad esempio durante le
opposizioni, le eclissi di sole o luna e con passaggi di pianeti dietro il sole
o la luna.
Parrebbero fantasticherie da
Medioevo, eppure le osservazioni di questa studiosa sono state confermate dall’Istituto
di Coltivazioni Erbacee dell’Università di Giessen (Germania), dall’Istituto
Svizzero di Ricerca Biologico-Dinamica e tuttora sono seguite da molti
agricoltori.
Altre conferme dell’influsso
della luna sulla vita del nostro pianeta sono arrivate dalla Conferenza
internazionale sulle relazioni Terra-Luna che fu organizzata nel 2000
a Padova dall’Accademia Galileiana di Scienze,
Lettere e Arti.
Vi parteciparono ricercatori di
tutto il mondo che individuarono ben 600 specie viventi, soprattutto animali,
con precisi ritmi legati alla periodicità lunare. Organismi marini che
sincronizzano le danze nuziali con la luce della luna. Molluschi che depongono
le uova con la luna crescente. Pesci che per la deposizione prediligono la luna
piena. E granchi “romantici”, come il Granchio Violinista, che invece alle
notti di plenilunio riserva l’accoppiamento.
Anche la grande barriera
corallina, che si estende per circa 2000 km al largo della costa nord-orientale
dell’Australia, risente dei misteriosi influssi lunari. È formata da depositi
calcarei prodotti da polipi piccolissimi che tutti gli anni, in una notte di
luna piena d’agosto, all’unisono emettono simultaneamente migliaia di miliardi di
uova e sperma che, congiungendosi, danno origine a miliardi d’altri individui.
Come fanno questi polipetti ad agire tutti insieme per 2000 km? E perché
soltanto in una notte di luna piena d’agosto? Sono interrogativi ai quali la
scienza non è ancora in grado di rispondere, ma il fenomeno esiste, ed è
ampiamente documentato.
E noi umani? Siamo sensibili alle
forze della Luna? Secondo Johanna Paungger e Thomas Poppe, noti
in tutta Europa per i numerosi libri scritti sull’argomento, seguendo le fasi
lunari è possibile far fruttare al meglio qualsiasi attività. Dal giardinaggio
al taglio di capelli, dal bricolage all’agopuntura, dalla dieta disintossicante
alla ginnastica, c’è un momento giusto per ogni cosa, persino per un intervento
di chirurgia estetica. Ma non si tratterebbe di astrologia o esoterismo.
“L’influenza della luna su tutte le creature viventi è oggetto di un sapere
antico che per millenni è stato parte integrante della vita quotidiana del
genere umano” – tengono a precisare gli autori - “e anche se la scienza non ha
ancora saputo spiegare il perché di certi meccanismi, l’esperienza dimostra che
non si tratta solo di semplici credenze popolari”.
Invece vi sono medici e
scienziati pronti a riconoscere gli influssi della luna sull’organismo. Tempo
fa alcuni ricercatori dell’Università di Bradford hanno
ipotizzato l’esistenza della “sindrome lunare” riscontrando un lieve
aumento di disturbi e comportamenti aggressivi in presenza della luna piena.
Secondo gli studiosi del Dipartimento di Medicina preventiva e sociale
dell’università di Berna, invece, le fasi lunari influenzerebbero la
durata e la qualità del nostro sonno (dalla ricerca, pubblicata sul Journal
of Sleep Research, è emerso che al risveglio da una notte di luna piena ci
si sente più stanchi e affaticati, mentre nelle notti di luna nuova si dorme di
più e al mattino ci si sente riposati).
Alcuni anni fa ho avuto il piacere di
approfondire questa interessante tematica degli influssi lunari sulla salute
umana con un docente di idrologia e bioclimatologia medica dell’Università
di Milano, il Prof. Angelico Brugnoli, grande esperto
della scienza meteorologica, il quale ha confermato che i ritmi circadiani,
cioè i ritmi biologici che si verificano nell’arco di un giorno, sono
influenzati dalla luna in misura quasi completa.
Secondo Brugnoli, che ha scritto
anche un libro su questo argomento (“Tutta colpa della luna”, Red Edizioni),
gli enzimi e gli ormoni sono più attivi durante la fase di plenilunio,
per questo aumenterebbero le crisi ipertensive e le aritmie nei soggetti
predisposti, come pure le emorragie da ulcera gastrica. Sembra dunque
plausibile immaginare che l’attività gravitazionale della luna possa innescare
delle “maree biologiche” che possono alterare, seppure di un’inezia, il ritmo
circadiano e mensile dei soggetti meteorolabili,
cioè sensibili anche alle più piccole modificazioni dei fattori atmosferici.
Del resto l’uomo non è certo qualcosa
di estraneo alla terra e all’universo. Corpo, mente e anima non solo sono in
inscindibile unità tra loro, ma anche in rapporto con il tutto. Con il
prossimo. Con la natura. Persino con le stelle.
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