Ci
sono sostanze chimiche in grado squilibrare il nostro sistema endocrino e
immunitario. Si chiamano interferenti
endocrini e sono molecole tossiche che respiriamo e ingeriamo ogni
giorno attraverso aria e cibo e che tendono a depositarsi nell’organismo
concentrandosi nei tessuti e fluidi ricchi di grasso (tessuto adiposo e latte
materno per esempio).
Le
conseguenze sono gravi perché l’accumulo
nel corso degli anni di dosi successive,
anche se singolarmente basse, dà luogo ad un cocktail altamente nocivo.
Ci
vogliono infatti decenni per smaltire queste sostanze e, nel frattempo,
possono provocare notevoli conseguenze:
alterazione della fertilità (sia maschile che femminile), pubertà
precoce, abortività, endometriosi, incremento del rischio di tumori
endocrino-dipendenti (seno e ovaio nella donna e prostata e testicolo
nell’uomo), disturbi neuropsichiatrici dello sviluppo (deficit cognitivi e
dell’attenzione nel bambino e nell’adolescente)
e, infine, alterazioni immunitarie.
Ma
quali sono questi interferenti endocrini e dove si trovano?
1. Ftalati. Sono impiegati nella
produzione di plastiche perché conferiscono morbidezza, flessibilità e
resistenza. Purtroppo sono inquinanti
ambientali ubiquitari, presenti in quasi tutti i materiali in plastica (PVC).
Ad esempio si possono trovare anche in plastiche e tubi per uso medico
chirurgico, nei contenitori per alimenti, nei giocattoli, in succhiotti e
massaggiagengive, in alcuni smalti per unghie o lacche per capelli e nelle
pellicole alimentari. Vengono facilmente
rilasciati dai prodotti che li contengono e assorbiti attraverso l’alimentazione
e la pelle.
2. parabeni. Sono utilizzati come additivi
conservanti in molti cosmetici, alimenti e prodotti farmaceutici. Le loro interferenze endocrine sono ben
documentate da diversi studi, puoi approfondire cliccando in questo mio precedente post.
3. bisfenolo A. È molto utilizzato nella
fabbricazione delle plastiche di policarbonato quindi lo si può ritrovare in
molti contenitori per cibi e bevande, nei giocattoli, nei teli plastici, in colle
e sigillanti (anche odontoiatrici).
4. Difenileteri polibromurati (PBDE). Utilizzati
come ritardanti di fiamma, sono presenti in alcuni mobili, tende, tappeti,
materassi e anche in televisori e computer.
5. Diossine. Vengono immesse nell’ambiente
dagli inceneritori ma sono anche residui che provengono da molti processi
industriali non opportunamente controllati. Trasportati dalle correnti d’aria, le
diossine contaminano campi e raccolti, come hanno denunciato più volte
anche le associazioni Greenpeace e Legambiente. Gli animali che si nutrono di
raccolti contaminati si contaminano a loro volta, accumulando diossina nei
tessuti soprattutto in quelli adiposi, e dal bestiame poi questa sostanza nociva
passa all’uomo attraverso la carne e il latte.
6. Pesticidi ed erbicidi. Ad oggi sono
usati molto in agricoltura. La loro azione come interferenti endocrini è
estremamente potente. Questi composti sintetici arrivano a noi dagli alimenti e
dalle acque.
7. Metalli pesanti. Quelli più implicati nell’interferenza
endocrina sono il piombo, l’arsenico, il nichel, il cadmio e il mercurio.
Quest’ultimo è particolarmente presente in alcuni pesci (quelli di grossa
taglia).
Come
difendersi?
In
attesa che politici e amministratori affrontino con determinazione il problema
delle fonti da cui proviene l’inquinamento dovuto a queste sostanze tossiche –
mi riferisco, ad esempio, agli inceneritori (che si stanno moltiplicando e
potenziando in Italia) o alla lavorazione della plastica e di determinati
prodotti chimici (che necessiterebbe di una diversa regolamentazione) o all’utilizzo
di certi pesticidi
(che andrebbero eliminati) – ecco intanto ciò che puoi fare:
·
Controlla sempre la provenienza dei cibi
scegliendo il più possibile quelli di agricoltura biologica certificata e tenendo
conto delle zone in cui animali e vegetali vengono allevati o coltivati.
·
Evita l’utilizzo di padelle antiaderenti
graffiate.
·
Non riutilizzare contenitori in plastica per
alimenti e bevande usurati.
·
Lascia che i liquidi caldi si raffreddino prima
di travasare in contenitori di plastica non destinati all’uso ad elevate
temperature.
·
Risciacqua i cibi in scatola prima del consumo.
·
Elimina dai cibi le parti bruciate (anche dalla
pizza) ed evita l’uso di alimenti affumicati.
·
Evita i preparati commerciali predosati di caffè
in cialde o in capsule di plastica o alluminio. C’è uno studio dell’Università
di Padova condotto in collaborazione con il Cnr che ha evidenziato il rilascio
di ftalati nel caffè in tutti i campioni esaminati.
·
Limita al massimo l’utilizzo della plastica in
cucina dando la preferenza a utensili di vetro, legno e acciaio.
·
Nella scelta del materiale per la casa evita l’uso
di PVC morbido contenente DEHP
(diottiftalato). Questa sostanza a volte la si può ritrovare anche nei
rivestimenti per materassi, nei fasciatoi e nei passeggini (nel caso utilizza
fodere in fibre non trattate).
·
Evita i capi di abbigliamento con trattamenti opzionali
idrorepellenti o antimacchia.
·
Evita il ristagno della polvere negli ambienti
chiusi ed effettua un’adeguata periodica pulizia assicurando anche una corretta
manutenzione degli aspirapolveri.
·
Limita la combustione di incenso e il fumo di
candela e rinuncia al fumo di sigaretta almeno nell’ambiente in cui vivi.
·
Fai attenzione che i bambini non entrino in
contatto con la bocca con oggetti in PVC.
Infine
presta attenzione anche a vestiario, detersivi, cosmetici, detergenti, creme e
profumi. Attraverso questi prodotti, infatti,
gli interferenti endocrini passano dalla pelle entrando direttamente in circolo
senza essere filtrati dal fegato. Leggere le etichette è sempre fondamentale.
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