giovedì 29 settembre 2016

Tre modi per rafforzare le tue difese

Hai paura di ammalarti con i primi freddi e i continui sbalzi di temperatura? C’è una regola preventiva di base che è valida per tutti: mantieni forte il tuo sistema immunitario. Se lo stile di vita è corretto, infatti, il nostro organismo è forte e le difese al top.
Purtroppo non sempre è così. Abitudini sbagliate, inquinamento, stress, alimentazione errata e ritmi frenetici quotidiani ci indeboliscono.
Ecco a cosa dovrai prestare attenzione per potenziare le tue risorse e affrontare al meglio eventuali attacchi di virus e batteri:

1.      Alimentazione

Preferisci una dieta a base di cibo fresco, integrale e biologico che comprenda almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdure (contengono vitamine, antiossidanti e minerali che proteggono dalle malattie).

Consuma tanti cibi diversi per procurarti tutti i principi nutritivi e mangia poco e spesso per favorire l’assimilazione.

Aggiungi erbe aromatiche e spezie ai cibi per rinforzare il sistema immunitario (ad esempio l’aglio e il timo sono antibiotici naturali, la cannella contribuisce a guarire dall’influenza, la curcuma è antinfiammatoria e il rosmarino è un tonico dell’organismo, del sistema nervoso in particolare). 

Al posto del caffè scegli il tè verde: è ricco di antiossidanti e catechine in grado di prevenire le infezioni virali e batteriche.


2.      Movimento

Perdi peso. Il grasso in eccesso riduce la produzione di anticorpi e di globuli bianchi che combattono le infezioni batteriche.

Muoviti. È dimostrato che un’attività fisica regolare (almeno 30 minuti di passeggiata a passo svelto tre volte alla settimana) accresce il numero degli anticorpi naturali del tuo organismo.


3.      Relax

Rilassati! Lo stress rende più indifesi di fronte alle infezioni e riduce le potenzialità benefiche delle vitamine. Agopuntura, yoga, t’ai chi, massaggi, meditazione: scegli tu la tua tecnica di rilassamento preferita. Sono stati fatti interessanti studi anche sugli effetti salutari della preghiera.


Cerca di dormire bene. Troppo poco sonno inibisce i meccanismi di riposo e di recupero del corpo e riduce le difese immunitarie contro le infezioni. 



martedì 27 settembre 2016

Un giardino sulla tavola

Un compleanno, una festività particolare. O una semplice cena con gli amici. Con un centrotavola ben studiato davvero l’atmosfera può diventare magica. Basta osservare la natura e lasciarsi guidare dalla propria fantasia.
Seguendo alcune regole di base tutti siamo in grado di dare vita a splendide decorazioni. E se proprio vi sentite negati seguite passo passo le indicazioni degli esperti. I corsi e le scuole di decorazione floreale negli ultimi anni hanno registrato un numero sempre più alto di iscritti, ma se le vostre giornate sono già scandite tra troppi impegni, non dovete rinunciare. In libreria potrete trovare molti testi che insegnano in maniera semplice l’arte del decoro floreale e, sfogliandone le pagine, scoprirete che non è indispensabile andare dal fiorista per riempire un vaso di colore.  Si possono realizzare anche da soli creazioni di grande effetto utilizzando foglie, rami, erbe e ortaggi.
Aguzzate dunque la vista perché tutto ciò che trovate durante una passeggiata all’aria aperta può servire a rendere ancora più particolare la vostra composizione floreale.

Seguire il corso della natura. Questa è la prima regola. Meglio operare con fiori e frutti di stagione. Tra l’altro sebbene presso i fiorai siano reperibili tutti i fiori quasi tutto l’anno, quelli di stagione hanno un prezzo più basso e, una volta in casa, una durata e un profumo migliore.
Attenzione, poi, all’aspetto. Come nella scelta degli ortaggi, vanno privilegiati i fiori più “freschi”. Non segnati né macchiati. Occhio quindi a foglie annerite o ingiallite ai bordi e alla presenza di eventuali muffe.
I contenitori sono un’altra componente importante per la riuscita del centrotavola. Moltissimi oggetti possono infatti essere usati al posto dei soliti vasi in vetro o porcellana. L’unico limite è dato dalla fantasia e dal gusto. Ecco che possono tornare utili anche vecchi rami di legno ritorti, zucche o meloni svuotati, piccole ceste, candelieri, piattini, fruttiere, vassoi, persino un vecchio scolapasta. Con un’unica raccomandazione: la spugna sintetica in cui vanno inseriti i gambi andrà tagliata e modellata secondo necessità e fissata bene al contenitore prima di procedere alla composizione.
Gli accessori sono il tocco finale per rendere complete le vostre creazioni. Sassi e cortecce per coprire la spugna. Biglie di vetro, frutta (ad esempio acini d’uva) e acqua per riempire un vaso trasparente. Rami contorti, bacche, nastri e ortaggi per movimentare una composizione un po’ troppo statica. Sono solo alcune idee ma è possibile esprimere la fantasia con impreviste soluzioni.

È cominciato l’autunno. Il giallo delle foglie, il marrone delle castagne, l’arancio dei mandarini, il rosso delle bacche, il nero dell’uva, il verde dell’edera o della felce.  In questo periodo la  natura è un tripudio di colori e tutto può tornare utile per  comporre speciali centrotavola. Persino un broccolo, inserito in una spugna e contornato da fiori, peperoncini e rametti di maggiorana e rosmarino, dà un risultato di grande effetto!
Anche le ghirlande possono diventare decorazioni da porre con successo al centro di una tavola apparecchiata. In commercio si trovano delle coroncine di spugna già pronte che potremo decorare a nostro piacimento. Ideali per ogni stagione si possono realizzare con fiori, frutti, ortaggi e fogliame di ogni specie. Un accostamento cromatico vincente e adatto all’atmosfera autunnale è rappresentato dall’abbinamento delle foglie di vite con i grappoli d’uva. Di particolare impatto visivo sono anche le ghirlande a base di bacche rosse, muschio e foglie di vari colori.


Se vi organizzate per una passeggiata in un parco o in un bosco, oltre ad una ricca raccolta, farete pure un bel regalo ai vostri polmoni.

domenica 25 settembre 2016

Partorire in casa

In ospedale, in clinica o a casa. La scelta del luogo in cui ci si dispone ad accogliere un nuovo essere umano, il nostro bambino, deve essere fatta con consapevolezza.
La cosa più importante, in un momento così delicato e speciale della vita, è avere qualcuno che ci sostenga con rispetto e competenza. Ma una donna, al momento del parto, ha anche bisogno di un ambiente intimo, silenzioso (tutt’al più armonizzato da una musica che gradisce), piacevolmente caldo e privo di estranei. Ha bisogno di potersi muovere liberamente e di scegliere la posizione a lei più adatta per partorire, di un’ostetrica esperta che rispetti i suoi tempi e i suoi bisogni ma sappia anche intervenire in modo corretto se si presentasse un problema.

In genere le sale parto di ospedali e cliniche non sono ambienti intimi e silenziosi. Spesso accade che medici e ostetriche si debbano dare il cambio, se le cose vanno molto per le lunghe. L’illuminazione al neon è forte e fredda, la temperatura è bassa. Non c’è musica, solo i dialoghi degli operatori, a volte pure a voce troppo alta.
Forse tutta la tecnologia disponibile ci dà più sicurezza. Eppure è possibile, e altrettanto sicuro, metter al mondo nostro figlio in un luogo maggiormente accogliente: la nostra abitazione.

Si parlerà approfonditamente di questa opportunità ad un convegno nazionale che si svolgerà il prossimo 29 ottobre a Milano.  Obiettivo del convegno è quello dare informazioni scientifiche e esperienziali intorno ai temi della cura extraospedaliera nell’ambito della maternità. Ci saranno ostetriche di varie regioni tra le relatrici e altri professionisti coinvolti nel contesto socioculturale legato alla nascita.
La partecipazione al convegno è gratuita ma, entro il 15 ottobre,  è necessario compilare e inviare il modulo di iscrizione, come indicato in questa pagina www.nascereacasa.it dove è possibile leggere anche il programma.

Il parto in casa è una possibilità in più e, probabilmente, non tutte le donne la percepiscono come una scelta giusta.
Quello che mi sento di consigliare è di informarsi molto durante i primi mesi della gravidanza in modo da poter scegliere con consapevolezza come e da chi farsi seguire e dove partorire.



venerdì 23 settembre 2016

I cereali in chicchi senza glutine: proprietà e metodi di cottura

Sono una preziosa alternativa nell’alimentazione, sia in caso di intolleranza permanente (celiachia) che temporanea. A volte, infatti, pur non essendo celiaci, è necessario evitare per un periodo di tempo il glutine poiché, avendolo utilizzato eccessivamente, l’organismo si è sensibilizzato pervenendo a uno stato infiammatorio che a sua volta causa vari disturbi.

Poter ricorrere ai cereali gluten free è senza dubbio una piacevole opportunità che aiuta a cimentarsi in ricette nuove e sfiziose. Per tutti, anche chi non ha problemi di intolleranze: l’alimentazione quotidiana, infatti,  deve essere varia il più possibile. Solo così si assicurano all’organismo tutte le sostanze di cui ha bisogno.
Segue una breve descrizione. Ricordate che conoscere le varie particolarità di ogni alimento è sempre indispensabile per un sapiente utilizzo dello stesso:

Riso  Utilissimo nello svezzamento dei bambini per le sue elevate caratteristiche di digeribilità. Nella varietà integrale e semintegrale, cotto a lungo, ha proprietà emollienti intestinali e toniche. Bianco, invece, ha proprietà astringenti.
I tempi e le modalità di cottura variano in base alla varietà scelta.

Miglio  È un alimento particolarmente ricco di valore, contiene calcio, ferro, provitamina A, fluoro e silicio. È l’unico cereale alcalinizzante. Aiuta a combattere la fatica intellettuale, il nervosismo e a potenziare le difese immunitarie. Fondamentale per la bellezza dei capelli, della pelle e delle unghie, è utile anche per l’alimentazione dei piccoli, degli anziani e dei convalescenti.
Si presta bene per minestre, tortini, timballi, ripieni, porridge, budini. È ottimo abbinato a verdure, carne o pesce.
Prima della cottura è consigliata una leggera tostatura di 3-4 minuti a fiamma medio-bassa. Considerare come misura una tazzina da caffè a persona. Il rapporto cereale acqua è di 1 a 3. Terminata la tostatura si aggiunge all’acqua già bollente poco salata e si fa cuocere una decina di minuti. Una volta spento si lascia riposare coperto fino a che il cereale non ha finito di assorbire tutta l’acqua.

Mais  È un moderatore della tiroide, ha proprietà rinfrescanti ed è benefico per il cuore. Contiene meno proteine rispetto agli altri cereali.
Se cucinato con erbe aromatiche apporta un’energia più bilanciata. In genere è mangiato macinato come polenta, la cottura del chicco intero, infatti, richiederebbe 36 ore di ammollo.

Grano saraceno  Più adatto ad essere consumato nel periodo invernale o nei luoghi freddi e umidi perché sviluppa rapidamente calore. In oriente è considerato benefico per i reni e capace di produrre buon sangue.
Va sciacquato ripetutamente sotto l’acqua. Per ogni parte di grano saraceno aggiungere nella pentola 3-3,5 parti di acqua (come misura si può utilizzare una tazzina da caffè per persona). Si fa bollire per 10 minuti a fuoco basso, si spenge e si lascia riposare coperto per altri 10 minuti per far assorbire interamente l’acqua.

Amaranto  I suoi piccoli chicchi sono ricchi di lisina, un aminoacido carente negli altri cereali. È anche ricco di calcio, magnesio, ferro e fosforo. Non è facilmente digeribile dai bambini molto piccoli per l’alto contenuto di fibre ma, proprio per questo, negli adulti ha un effetto positivo sulle funzioni intestinali.
Prima della cottura è utile un ammollo di due ore. Si presta ad essere aggiunto, insieme ad altri cereali, verdure e legumi, a varie preparazioni: sformati, minestre, crocchette. La preparazione base prevede di far bollire 250 gr di amaranto in 625 ml di acqua per 30 minuti e fare gonfiare per 5 minuti a fiamma spenta (dosi per 4 persone).

Quinoa  È ricca di proteine, fosforo, calcio e ferro. Utile per la salute di cuore e muscoli, il suo consumo è particolarmente consigliato a bambini, donne in gravidanza, sportivi e convalescenti. È ottima abbinata a verdure stufate oppure con spezzatini di carni.
Prima della cottura va lavata molto bene con un retino a maglie strette, dopo breve immersione, per eliminare le saponine. Per ogni parte di quinoa (io considero come misura una tazzina da caffè per persona) aggiungere 3-3,5 parti di acqua.
Cuoce in 8-10 minuti dall’ebollizione. Una volta spento il fuoco si fa riposare 10 minuti col coperchio. È pronta quando ha assorbito interamente l’acqua.

Sorgo  È facilmente digeribile pur essendo ricco di proprietà nutritive tra cui proteine, ferro e calcio. Come la maggior parte dei cereali integrali in chicchi, rilascia energia gradualmente, senza elevare i picchi di insulina e senza gravare quindi sulla glicemia. Inoltre agisce favorevolmente sul colesterolo LDL, quello definito cattivo, riducendolo.
Contiene tannini che inibiscono l’assorbimento di amido. Per questo motivo andrebbe abbinato prevalentemente con i legumi. La preparazione di base prevede, prima di tutto, l’ammollo del cereale per almeno 2-3 ore in acqua fredda. Dopodiché si sciacqua molto bene e si mette a cuocere in acqua salata abbondante per circa mezzora (ma dipende dalla grossezza dei chicchi, vedere sulla confezione).  Si scola al dente e si unisce a verdure crude (d’estate) o saltate nei mesi più freddi.

Teff  È il cereale più piccolo al mondo, è ricco di fibre, calcio, potassio e ferro ben assimilabili. Ha un notevole contenuto di proteine, riduce lo stimolo della fame e aiuta a regolare i livelli di glucosio nel sangue.
Per ogni mezza tazza di Teff se ne mettono due di acqua leggermente salata e si porta ad ebollizione. Si fa cuocere a fiamma bassa per circa 20 minuti e comunque finché l’acqua non si sarà assorbita.
Si lascia riposare e si serve, magari con delle verdure, dei legumi o del tofu, a piacere. Può essere anche utilizzato come porridge o come polenta.



mercoledì 21 settembre 2016

Asma infantile e intestino

Asma e allergie nell’infanzia? Il rischio aumenta se nei primi mesi di vita la flora batterica residente nell’intestino di un neonato si altera. Questo il risultato di un recente studio effettuato dall’Università di California San Francisco e pubblicato su Nature Medicine.

Del legame tra salute dell’intestino ed efficienza del sistema immunitario già si parla da anni, ma i ricercatori americani sono riusciti ad aggiungere un nuovo tassello di conoscenza dimostrando che l’intestino di neonati con microbiota sano contiene una vasta gamma di molecole in grado di ridurre l’infiammazione.
Questi dati si aggiungono a quelli pubblicati l’anno scorso su Science Translational Medicine dai colleghi dell’ University of British Columbia in Canada che hanno individuato quattro batteri specifici presenti nel microbiota intestinale capaci di garantire la protezione nei confronti dell’asma.

La domanda che sorge è questa: «Come fare in modo che il neonato sviluppi una flora batterica sana e di conseguenza una buona capacità immunitaria?»
La risposta arriva dal Prof. Luciano Lozio, direttore del Centro Studi di Farmacologia e Biofisica della Nutrizione di Trieste, uno dei maggiori esperti europei in tema di salute intestinale, che sostiene due cose fondamentali riguardo le prime settimane di vita dei bambini:
1.      Evitare l’eccesso di igiene. Un bambino piccolo che passa dalle braccia dei genitori a quelle di nonni, amici e parenti ha subito modo di venire a contatto con più batteri. Solo così il suo sistema immunitario impara a funzionare. Evitare contatti e creare ambienti asettici è alla lunga molto dannoso.
2.      Favorire l’allattamento al seno. La composizione del latte materno è ineguagliabile e fornisce tutto ciò di cui un neonato ha bisogno per crescere sano. È una sostanza viva, con molti componenti di alto valore biologico presenti in proporzioni ottimali, che protegge l’intestino del piccolo e favorisce lo sviluppo di una straordinaria capacità immunitaria. Evitare il latte artificiale, quindi, e offrire ai bambini, almeno per i primi sei mesi, quello della mamma: è l’alimento perfetto.

E quando l’allattamento al seno non è possibile?

Si possono minimizzare i danni ricorrendo a probiotici specifici. Sottolineo specifici, perché un probiotico non vale l’altro. E scegliere quello giusto fa la differenza .

lunedì 19 settembre 2016

Estrattore: la frutta e la verdura al massimo della loro potenza

Una volta c’era la centrifuga. Oggi c’è l’estrattore. Utensile indispensabile nelle case di tutti i salutisti, questo apparecchio spreme letteralmente frutta e verdura ricavandone succhi freschi in grado di rifornire tutte le cellule e i tessuti del corpo degli elementi nutrizionali e degli enzimi di cui necessitano.
La centrifuga, compiendo moltissimi giri al minuto (dai 6mila ai 18mila a seconda del modello e della marca), genera calore e incamera molta aria, favorendo il processo di ossidazione che distrugge buona parte degli enzimi vivi e delle sostanze nutrienti del succo. L’estrattore, invece, spremendo gli ingredienti a velocità molto lenta (meno di 100 giri al minuto) minimizza la perdita di sostanze nutritive e produce estratti di succo altamente vitali e ricchi di sapore.
In casa lo usiamo da tre anni e devo dire che, rispetto alla cara vecchia centrifuga, è tutta un’altra storia. Diverso sapore e diversi risultati.

I succhi ottenuti con l’estrattore davvero aiutano a rigenerare il corpo. A patto però che siano ricavati da verdure e frutti di stagione, di qualità (da agricoltura bio) e che siano consumati subito dopo la preparazione. Anche il tempo, infatti, è un fattore chiave.
È possibile combinare tipi diversi di frutta e verdura oppure gustare il succo di un unico frutto o di un’unica verdura. La natura offre infinite possibilità di scelta che ci permettono di personalizzare ogni volta le ricette anche in base alle esigenze di salute.
Mi raccomando: non sbucciate i vegetali se siete certi che sono liberi da pesticidi! Molte sostanze benefiche e salutari stanno proprio subito sotto la buccia e togliendola andrebbero perdute. Basta lasciare 6-7 minuti a bagno in acqua e argilla verde ventilata (si compra nei negozi di alimentazione naturale) la  frutta e la verdura e poi spazzolarle bene sotto l’acqua corrente.
Ricordate che se avete dei bambini questo attrezzo vi tornerà molto utile per offrire bevande sane e nutrienti. Con una raccomandazione: in caso di bimbi piccoli aggiungete sempre una parte di acqua perché state offrendo loro un alimento molto concentrato.

Ecco alcune combinazioni da provare:

Kiwi e mela
Il kiwi è ricco di vit. C. La mela di pectina, quercitina e potassio. Insieme migliorano la digestione, alleviano la stitichezza e la fatica, favoriscono la salute della pelle.

Broccoli e pera
I broccoli contengono molte sostanze nutritive tra cui calcio, vitamina C e vitamina E. Vanno centrifugati anche i gambi, non hanno un gran sapore ma la pera migliora sensibilmente il gusto di questo succo che favorisce la salute dei polmoni.

Cavolo nero, mela e pera
Le foglie di cavolo nero vanno arrotolate prima di essere inserite nell’estrattore. Sono ricche di acido folico, vitamina C, vitamina A e di potassio. Il loro sapore amarognolo è bilanciato molto bene dalla dolcezza della mela e della pera. È una combinazione che migliora la circolazione del sangue e velocizza il recupero in caso di anemia.

Carote e mela
Prima si inseriscono le mele e dopo le carote, essendo dure facilitano la spremitura a fondo della polpa morbida della mele. Questa combinazione, dal gusto molto gradevole anche per i bambini, migliora la vista e rafforza il sistema immunitario.

Barbabietola, mela e limone

È un succo antiossidante che allevia anche l’anemia. La quantità di mela in questa combinazione deve essere in percentuale maggiore. Mi piace il sapore rinfrescante che aggiunge il limone, io ne metto uno spicchio intero senza togliere la scorza. 

vai la sito valentinabennati.it

venerdì 16 settembre 2016

L’agopressione: il pronto soccorso con le dita


Funziona come l’agopuntura ma senza aghi e punta a riequilibrare il flusso energetico del corpo.
Per problemi di salute persistenti occorre sempre consultare il medico o un terapeuta qualificato ma, in alcune semplici situazioni, potete “curarvi” anche da soli.
Ecco quattro esempi:

Mal di testa: Usando pollice e indice premere energicamente su un punto nel mezzo del lobo dell’orecchio appena sotto la cartilagine.

Nausea: Premere con il pollice destro sull’interno del polso sinistro, due dita sotto la base della mano e in linea con l’anulare. La pressione deve essere forte fino a sentire un dolore sordo.

Insonnia: Trovare e premere il punto dolente all’esterno della caviglia, nell’incavo appena dietro l’osso della caviglia. Ripetere sull’altro piede.


Raffreddore: Trovare sulla gamba il punto dolente appena sotto la rotula del ginocchio e allineato con il quarto dito del piede. Massaggiare con il pollice verso il basso in direzione del piede per tre minuti e ripetere sull’altra gamba.

mercoledì 14 settembre 2016

Tisana e decotto. L'importanza di una giusta preparazione

Spesso le piccole, ma basilari, regole che fanno la differenza per la qualità finale del preparato non sono conosciute e applicate.
Ecco come utilizzare l’acqua (che è il solvente più economico e naturale) per estrarre le sostanze medicamentose dalle piante e dalle erbe, ricordandosi sempre che è preferibile usare quelle provenienti da coltivazioni biologiche o biodinamiche o da luoghi lontani da fonti di inquinamento.


Tisana (infuso a caldo)

Si scalda bene l’acqua fino a quasi all’ebollizione in un contenitore di acciaio inox, nel frattempo in una tazza di vetro si mette il vegetale scelto. Io preferisco usare le erbe sfuse e non i filtri perché spesso questi ultimi sono trattati con cloro oppure chiusi con colle o punti metallici che rilasciano residui seppur minimi.
Utilizzando erbe sfuse si deve considerare la quantità di uno o due cucchiaini da the per ogni tazza.
Si copre con un piattino e si lascia in infusione. Cinque minuti sono sufficienti, eccetto specifici casi non serve che le tisane diventino molto colorate e troppo cariche.
Passato il tempo di infusione, si passa il liquido col colino strizzando bene con un cucchiaino le erbe colate. Attenzione a recuperare le gocce rimaste sotto il piattino facendole ricadere nella tazza! È la parte più ricca di energia sottile.
La tisana si beve subito, moderatamente calda prima che diventi tiepida, assolutamente senza zucchero, se proprio si vuole dolcificare si può aggiungere del miele (di acacia per non alterare il sapore). Sorseggiare molto lentamente per trarne il massimo effetto.


Decotto

Si effettua per semi, radici, scorze e altre parti dure e coriacee delle piante. La procedura in genere è quella di aggiungere ad un pentolino di acciaio inox in cui l’acqua bolle il vegetale scelto, lasciarlo bollire un minuto a fuoco basso col coperchio, poi spengere il fuoco e lasciare in infusione altri quattro minuti (tempistiche diverse sono previste per casistiche specifiche).
Anche in questo caso si fa colare il liquido ottenuto in una tazza di vetro pressando bene il vegetale rimasto nel colino.
Il decotto si beve subito dopo la preparazione, quando è ancora piacevolmente caldo, senza zucchero, al massimo con un po’ di miele di acacia. Sorseggiare con calma.



lunedì 12 settembre 2016

Ricette naturali per pulizie ecologiche

Una casa pulita e in ordine piace a tutti. Ma che noia e che fatica, riordinare, lavare e mettere a posto!
Per rendere più gradita questa attività il consiglio è di eseguirla con un bel sottofondo musicale. Inoltre, vanno usati rigorosamente prodotti atossici e naturali: l’aria domestica sarà più sana e profumata, e mentre si sfaccenda, non si respireranno schifezze poco salutari.
Qui di seguito qualche astuzia ecologica sorprendentemente efficace:

Pavimenti in gres o ceramica  Sciogliere un bicchiere di bicarbonato in un secchio di acqua calda oppure lavare per terra con una soluzione di acqua calda e  aceto (un bicchiere di aceto bianco ogni 5 litri di acqua).
Pavimenti in marmo, granito e pietra naturale  In 3 litri di acqua calda sciogliere 2 cucchiai di bicarbonato, 10 cucchiai di alcol e qualche scaglia di sapone di Marsiglia. Usare un panno in microfibra ben strizzato.
Pavimenti in linoleum  Diventano particolarmente lucidi se lavati con una soluzione di acqua calda saponata e aceto bianco (1 tazza per ogni litro di acqua).


Tappeti  Per pulirli a secco si cospargono uniformemente con il bicarbonato, ha azione deodorante e ravvivante dei colori. Si lascia agire per 24 ore, poi si passa l’aspirapolvere (se il tappeto è a pelo raso prima si spazzola).
Macchie di urina sul tappeto  Se avete in casa un bambino piccolo cui state togliendo il pannolino, o un cucciolo da abituare alla lettiera, può succedere. Ecco come rimediare: lavare la zona con acqua calda e sapone di Marsiglia e infine tamponarla con una soluzione preparata con un bicchiere d’acqua e mezzo bicchiere di aceto bianco.


Scarpiere  Aggiungere qualche goccia di olio essenziale (il profumo che si preferisce) a un po’ di bicarbonato per neutralizzare i cattivi odori. Si può utilizzare una vaschetta o un sacchettino da appendere in base allo spazio disponibile.


Bagno Sanitari, piastrelle e doccia si possono pulire, deodorare e far risplendere con una preparazione ottenuta con acqua calda, aceto bianco e una piccola quantità di detersivo per i piatti. Lasciare agire un poco prima di risciacquare.
Per disinfettare le superfici si può usare l’olio essenziale di timo, contiene una sostanza, il timolo, che è battericida e fungicida: se ne versano 15 gocce nella bottiglia dell’alcol etilico (non profumato) e si passa dove necessario.


Cucina  Lavello e zona fuochi (se di acciaio) si deodorano e sgrassano a fondo con acqua molto calda addizionata ad aceto bianco. Alla fine si deve passare velocemente un panno asciutto per evitare aloni e rendere le superfici brillanti.


Biancheria  Al posto dell’ammorbidente nella lavatrice si può usare tranquillamente l’aceto bianco: ravviva i colori, igienizza gli indumenti, rimuove completamente i residui di detersivo spesso motivo di prurito  (sia i detersivi che gli ammorbidenti sono frequentemente causa di allergie e il fastidio si sente in particolare sulle parti intime dove la pelle è costretta ad un contatto più diretto con la biancheria).
Attenzione a non mettere l’aceto insieme al detersivo! Al detersivo liquido si può aggiungere semmai un cucchiaio di bicarbonato per potenziarne l’efficacia. L’aceto va messo, invece, direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente fino alla sua capienza massima. L’odore tipico che si avverte appena si stende il bucato andrà via se l’asciugatura avviene all’aperto o in un locale ben areato.

E quando il bucato è asciutto? Per profumare i panni prima di riporli nell’armadio si possono aggiungere due-tre gocce di olio essenziale di lavanda all’acqua della caldaia del ferro da stiro: ha anche il vantaggio di riequilibrare il sistema nervoso eliminando stress e tensione … altro che casalinghe disperate!

venerdì 9 settembre 2016

Come i bambini

Sono interamente nell’attimo, dimentichi di se stessi e allo stesso tempo in azione. I bambini vivono intensamente, qualsiasi cosa facciano. Con tutti i sensi percepiscono quello che c’è, proprio ora, e godono del momento presente.

Per noi adulti, che siamo sempre di corsa e troppo cerebrali, è impossibile “sentire” davvero, assaporare quel che ci capita, provare la vera gioia del cuore.
Stiamo svolgendo un’attività e intanto pensiamo a quel che dobbiamo fare dopo, ci creiamo teorie sulle persone invece di aprirci a loro, mangiamo velocemente ingoiando bocconi di cibo appena masticato, facciamo molte cose per abitudine e non ci accorgiamo affatto di quanto è intorno a noi. Non percepiamo la bellezza. Non percepiamo la felicità che, più spesso di quanto crediamo, è a portata di mano. La cerchiamo altrove, nei sogni che facciamo, nelle aspettative che ci creiamo per il futuro.
Per questo siamo spesso infelici, perché non siamo capaci di vivere pienamente l’attimo e campiamo, giorno dopo giorno, in un vortice di impegni che ci risucchiano, lasciandoci ogni sera scontenti e privi di energie.
Come se potessimo vivere per sempre. Come se ci fossero dovute infinite possibilità.
In realtà ogni momento è unico e ogni giorno potrebbe essere l’ultimo.

Non è scontato poter vedere ogni giorno il sorgere del sole, essere in salute, ricevere un sorriso da una persona, avere cibo da condividere con i nostri cari, poter rientrare la sera a casa stanchi dopo una giornata di lavoro.
Eppure quel che di bello abbiamo, non lo vediamo. Non siamo grati per ciò di cui possiamo godere. Il più delle volte, puntiamo l’attenzione solo su ciò che non abbiamo e su ciò che non va bene. Come se la vita dovesse essere sempre al top, non accettiamo che essa abbia lati di luce e di ombra, degli alti e dei bassi, delle gioie ma anche dei dolori. A volte ci porta sù in alto con esperienze eccezionali, altre volte invece giù con prove, fatiche e contrarietà da superare.

Per essere sani bisogna accettare la vita nel suo complesso. La salute non si può ottenere solo attraverso un’alimentazione sana e delle norme comportamentali positive. Se si vuole stare bene e in armonia con se stessi, dobbiamo anche vivere con consapevolezza e piena coscienza ogni attimo. La vita è uno splendore comunque, anche quando ci obbliga a lottare. Ed è sempre emozionante contemplarla.
L’arte di essere consapevoli, di vivere in piena coscienza ogni istante, si può imparare.
Prima di tutto dobbiamo essere attenti, poi ci si deve staccare dai molti pensieri che continuamente ci rimuginano in testa, infine si deve imparare ad andare con più lentezza.
È difficile, ma si può fare. Come gli sportivi si allenano ogni giorno per ottenere risultati sempre migliori, così anche noi possiamo allenarci a percorrere ogni passo dell’esistenza con presenza di sensi, cuore e mente. Se ci riusciremo, avremo vissuto con maggiore intensità e avremo avuto più occasioni di gioia.

“La felicità è qualcosa che capita agli esseri umani, la felicità è destino” – afferma il poeta e scrittore Rainer Maria Rilke – “la gioia è invece qualcosa che le persone fanno fiorire dentro di sé, è il massimo che abbiano in loro potere”.
Se dunque possiamo solo ricevere con gratitudine la felicità, della gioia siamo responsabili in prima persona. Dipende da come reagiamo a quel che ci capita, alle persone che incontriamo ogni giorno. Se siamo vigili e aperti, tutto può essere sentito in modo più profondo: possiamo svolgere il lavoro con più abilità e piacere, vedere le persone con occhi nuovi facendo cadere tutti i pregiudizi, ammirare le bellezze della natura come doni da rispettare.
Cercando di avere un rapporto attento con la realtà, possiamo far crescere le occasioni di gioia. “La capacità di essere interamente nell’attimo suscita gioia” – conferma Anselm Grun, monaco benedettino, uno degli autori di spiritualità più apprezzati d’Europa – che aggiunge “È vero anche il contrario: la gioia crea presenza”. Il che significa che uno stato d’animo gioioso ci aiuta a vivere con più pienezza e profondità il presente. Infatti, il più delle volte quando siamo preoccupati o tristi o arrabbiati il pensiero rimugina sempre attorno al passato o al futuro. La gioia, invece, ci avvicina a noi stessi e all’attimo presente.

Come i bambini, allora, cerchiamo di vivere intensamente ogni attimo. Il mondo è pieno di piccole gioie. Dipende da noi coglierle.



mercoledì 7 settembre 2016

I 5 pilastri della sana alimentazione

Per godere di una buona energia vitale e consentire agli organi di funzionare correttamente dobbiamo cercare di nutrirci in modo sano.
Mangiamo minimo tre volte al giorno, tutti i giorni. Quel che introduciamo nel nostro corpo fa la differenza.

In occidente siamo fortunati, disponiamo di cibo abbondante, ma spesso non sappiamo scegliere bene. Le coltivazioni intensive, le manipolazioni genetiche, i prodotti chimici usati in agricoltura e gli additivi aggiunti per prolungare la conservazione, alterano gli alimenti rendendoli scarsamente nutrienti e poco salutari.
Ci sono cinque principi generali che dovremmo preoccuparci di rispettare al momento della spesa:

1.      VIVO. I cibi vivi devono far parte della nostra alimentazione quotidiana. Per cibi vivi intendo frutta, verdura, germogli, alghe, semi oleosi e altri alimenti che possiamo ingerire tal quali senza cottura né manipolazione industriale. Sono i cibi crudi e vitali, maturati nei campi e sulle piante, non nelle celle frigorifere, che apportano al nostro corpo molte sostanze attive di cui ha bisogno per adempiere le sue fondamentali funzioni fisiologiche.
Insonnia, difficoltà digestive, malattie infettive, stanchezza, allergie, disturbi dell’umore e molti altri malanni trovano un terreno fertile in un’alimentazione carente di elementi vitali.

2.      FRESCO. Anche la freschezza degli alimenti è un fattore di primaria importanza. Subito dopo la raccolta frutta e verdura iniziano a diminuire la loro qualità vibrazionale. Che dire poi delle confezioni di prodotti già lavati e pronti per l’uso (insalate preconfezionate, verdura già pulita e venduta a pezzi, frutta sbucciata ecc..) o dei frutti che arrivano da lontano, magari dall’estero? Ci consentono di preparare più velocemente i nostri piatti e probabilmente costano meno, ma non hanno quasi più nessuna delle vibrazioni utili al corpo umano.
Ogni alimento, infatti, oltre ad avere un potere calorico (chimico-energetico), ha anche un potere elettromagnetico (vibrazionale) che decresce rapidamente col passare del tempo. Fu l’ing. francese Andrè Simoneton, esperto in elettromagnetismo, a fare interessanti ricerche in merito alla vibrazione degli alimenti negli anni '30 e '40. Partì dalle scoperte di altri grandi ricercatori (come i francesi André Bovis, Louis Kervran ed il russo G. Lakhowsky) e servendosi di apparecchiature scientifiche, misurò la quantità di onde elettromagnetiche degli alimenti, classificandoli in base a queste. Per una ventina di anni ha applicato le sue ricerche su tantissime persone e tantissimi cibi e ci ha lasciato una enorme mole di studi e di esperimenti.

3.      DI STAGIONE. Non ha senso mangiare i pomodori a dicembre e i broccoli ad agosto. Se la natura dà frutti diversi per tutto l’anno, in funzione delle variazioni climatiche delle stagioni, non è un caso.  La zucchina, ad esempio, ha un potere rinfrescante, è utile quindi in estate e risulta inopportuna d’inverno. Lo stesso discorso vale per tutto ciò che la terra offre: frutta, verdura, cereali, legumi….ogni alimento ha anche una qualità energetica che incide sulla nostra salute e sul nostro benessere.

4.      BIOLOGICO. Gli alimenti bio sono privi di sostanze tossiche e ricchi di nutrienti (vitamine e minerali) che possono essere assorbiti rapidamente dal nostro organismo. Derivano da coltivazioni o da allevamenti in cui non è stato fatto uso di pesticidi, fertilizzanti, antiparassitari, farmaci di sintesi chimica. Sono cibi che nutrono il corpo ma allo stesso tempo lo aiutano a non sovraccaricarsi di tossine e ad eliminare più agevolmente quelle già in circolo portando benefici all’intero organismo.

5.      VARIO. Non si devono mangiare sempre le solite cose, il corpo ha bisogno di tante sostanze e un’alimentazione varia consente di integrare tutto quel che serve. La naturopatia e le medicine olistiche, oltre che alle calorie e ai costituenti biochimici, sono attente anche ad altri aspetti del cibo: odore, sapore, colore, forma, consistenza e metodi di cottura hanno un significato e un impatto ben specifico sull’organismo. Gli alimenti andranno quindi scelti in base alle esigenze della situazione individuale e contingente: se c’è troppo calore o freddo o umidità, se l’energia è carente o da tonificare o da far scorrere meglio, se ci sono organi particolari da sostenere o alleggerire e così via in base a ciò che serve per ricostruire o ottimizzare l’armonia dello stato fisico e psichico.


Dunque ricorda: ogni cosa che introduci nel tuo corpo produce effetti su di te non solo in funzione della sua composizione chimica, ma anche in funzione della sua storia, delle esperienze che ha vissuto e delle conseguenti informazioni che porta con sé. Occhio alla spesa!

lunedì 5 settembre 2016

Cure dolci per piccoli infortuni

Diritto d'autore: <a href='http://it.123rf.com/profile_alhovik'>alhovik / 123RF Archivio Fotografico</a>
Può capitare a tutti di farsi male. Erbe, piante e fiori possono essere un valido aiuto per alleviare il dolore e tornare presto in forma. Se si  preferisce ricorrere all’aiuto della natura, è bene tenere a disposizione nell’armadietto casalingo il minimo indispensabile.
Ecco alcuni suggerimenti per preparare facilmente alcuni rimedi, tenendo conto che per i disturbi più seri o per i quali non si ravvisano miglioramenti, è bene ricorrere al consulto medico.

PICCOLI TAGLI E GRAFFI
Pulire subito con acqua corrente e puro sapone di marsiglia poi fare un impacco con tintura madre di Calendula (diluire in 10 parti di acqua bollita). Ripetere due volte al giorno per due o tre giorni.

BRUCIATURE SEMPLICI (poco estese, che interessano solo lo strato superficiale della pelle)
Applicazioni di tintura madre di Urtica diluita (20 gocce per una tazza di acqua bollita). Se si dovessero formare delle bollicine (che non vanno rotte) usare per le applicazioni sia la tintura madre di Urtica che la tintura madre di Hypericum (20 gocce di entrambe in una tazza di acqua bollita).

CONTUSIONI, DISTORSIONI, LUSSAZIONI
In genere riguardano la caviglia o il ginocchio che fanno male e si gonfiano.
Evitare di appoggiarsi all’arto ferito e mettere subito a riposo la parte interessata. La natura ci mette in guardia con il messaggio del dolore che dice: alt! fermi!
Preparare un decotto di timo (far bollire 80 grammi di sommità di timo in un litro di acqua per 20 minuti tenendolo coperto). Una volta pronto filtrare e usare per fare degli impacchi locali che devono durare almeno 20 minuti. Gli impacchi devono essere caldi in caso di contusioni; freddi invece in caso di lussazioni e distorsioni. In caso di distorsioni, una volta, nelle campagne, si usava aggiungere a questo decotto della crusca di grano, la poltiglia si applicava poi sulla parte dolorante con una fasciatura di contenzione che si teneva per tutta la notte.
L’arnica è conosciuta come la regina dei traumi muscolo-scheletrici. Tenere in casa un gel ad alta concentrazione di questa pianta (si trova in farmacia o erboristeria) tornerà certamente utile. Va applicato due-tre volte il giorno, mai in presenza di cute lesa.

PUNTURE D’INSETTO
Frizionare la pelle con un pezzetto di limone. Poi applicare  1-2 gocce di olio essenziale di lavanda puro sulla zona interessata. Anche l’oleolito di calendula applicato sul ponfo aiuta a calmare il prurito e il bruciore.
Se la puntura è di un’ape o di una vespa, per prima cosa togliere con delicatezza il pungiglione aiutandosi con un coltellino sterilizzato o un cartoncino plastificato, poi fare un cataplasma di argilla verde per neutralizzare il veleno (si mischia l’argilla con un po’ di acqua e succo di limone, si aspetta che la pappina si secchi e si stacca). A questo punto si può massaggiare la parte con olio di arnica, dolore e gonfiore si ridurranno.
In genere la puntura di api e vespe non è pericolosa, in soggetti allergici però può essere fatale perché provoca uno shock anafilattico. Bisogna quindi monitorare le reazioni perché, se intense (vertigini, difficoltà respiratorie, nausea, gonfiore a viso labbra e gola), è opportuno correre subito al pronto soccorso.

CONTRATTURA MUSCOLARE
Questo disturbo si risolve nel giro di qualche giorno, nel frattempo è bene non sforzare i muscoli coinvolti e ridurre il consumo di cibi acidi come pomodori e aceto. Aggiungere nella propria alimentazione degli alimenti antinfiammatori, ad esempio zenzero e curcuma, e mangiare cibi che contengono potassio come banane, patate, farina di soia, crusca e albicocche.
In genere bisogna mantenere i muscoli caldi per evitare contratture. Quando l’infortunio si è già verificato si fa un bagno o una doccia calda e, dopo aver massaggiato la parte dolorante con olio di arnica o una pomata a base di artiglio del diavolo, ci si copre bene soprattutto se ci si trova in un periodo dell’anno in cui la temperatura è bassa o si sta in ambienti con aria condizionata. Il caldo rilassa e scioglie il muscolo, mentre il rimedio a base di arnica o artiglio del diavolo placa il dolore e sfiamma (va spalmato 2-3 volte al giorno).

Infusi di fiori di camomilla (non la camomilla romana ma la chamomilla matricaria) aiutano a risolvere prima. I fiori hanno proprietà antispasmodiche ed agiscono come miorilassante, se ne possono assumere fino a 2-3 tazze al giorno.


venerdì 2 settembre 2016

Idee per merende e colazioni dei più piccoli

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A volte noi mamme ci troviamo un po’ a corto di idee al momento della colazione e della merenda.

Ecco alcune ricette facili facili per offrire ai nostri figli qualcosa di buono e sano.
Tranquille, so bene che siamo tutte sempre di corsa e cariche di impegni, ma assicuro che queste proposte sono di rapida esecuzione. Al mio piccolo piacciono molto e sono certa che anche i vostri tesorini apprezzeranno.
   
BISCOTTINI CON FARINA DI RISO E MANDORLE

100 g farina riso
50 g farina teff
1 cucchiaino crema mandorle (nei negozi di alimentazione naturale)
2 cucchiai olio di riso o di oliva
2 cucchiai malto di riso
1 cucchiaio di latte di riso
1 uovo
½ cucchiaino di lievito in polvere naturale per dolci (cremor tartaro)
¼ cucchiaino di cannella (facoltativo)

Setacciare le due farine, unire l’olio, il malto e la crema di mandorle. Aggiungere la cannella, il latte, l’uovo e alla fine il lievito. Mescolare fino a formare una pasta morbida e liscia. Lasciarla riposare 20 minuti, stenderla e ricavarne dei biscottini della forma desiderata. Infornare per circa 20 minuti a 180°.

BISCOTTI DI CASTAGNACCIO

50 g farina di castagne
100 ml latte di riso
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
1 cucchiaino di uvetta sultanina

Setacciare la farina, aggiungere il latte di riso e l’olio. Lasciare riposare per sei ore.
Ammorbidire l’uvetta in acqua tiepida per una ventina di minuti, strizzarla, tritarla e unirla alla farina di castagne. Infornare per circa 20 minuti a 180°. Formare i biscotti quando il castagnaccio è tiepido.

CREMA DI YOGURT CON CAROTE E FRUTTA (Gli ingredienti bastano per due porzioni).

1 vasetto di yogurt naturale o di yogurt di soia
1 carota
1 mela
1 pera

Pelare la carota e sbucciare la pera e la mela. Tagliare tutto a pezzettini e cuocere a fiamma bassa per 10 minuti con poca acqua. Lasciare intiepidire, frullare il composto e mischiare allo yogurt.
  
DESSERT DI RICOTTA (Gli ingredienti sono sufficienti per due porzioni).

1 fico secco
1 dattero
1 cucchiaino di uvetta
100 g ricotta di capra o pecora

Cuocere la frutta per 10 minuti in poca acqua. Frullare e aggiungere alla ricotta.

DOLCINO PROFUMATO (Dosi per 4 persone)

120 g farina di riso
20 g farina di teff
10 g farina di quinoa
3-4 cucchiani di melassa di barbabietola o di malto di riso (nei negozi di alimentazione naturale)
60 g uvetta ammorbidita in acqua e poi strizzata
1 cucchiaio di olio vinacciolo o di riso o di oliva
50 g mandorle tritate
50 g albicocche secche a pezzetti
50 ml latte di soia naturale
1/bustina di lievito per dolci (cremor tartaro)
1 pizzico di cannella
1 pizzico di scorza grattugiata di limone
2 uova

Mescolare i tuorli con la melassa. Aggiungere la farina, il latte, e poco alla volta, mescolando sempre bene, uvetta, mandorle, albicocche, olio, cannella e scorza di limone. Amalgamare bene tutti gli ingredienti, aggiungere gli albumi montati a neve ben ferma mescolando delicatamente dal basso verso l’alto per mantenere l’impasto morbido e non smontare gli albumi. Aggiungere il lievito alla fine mescolando ancora delicatamente. Versare il composto in una teglia precedentemente unta con un filo d’olio e infarinata. Cuocere in forno già caldo a 180° per una mezzoretta circa.