lunedì 31 ottobre 2016

Gnocchi di zucca

È il periodo della ZUCCA. La sua polpa dal bel colore giallo-arancio è ricchissima di betacarotene, una sostanza che nel nostro organismo si trasforma in vitamina A, una delle vitamine antiossidanti, importantissime perché impediscono all’ossigeno di combinarsi con sostanze di scarto e di formare dei composti tossici.

La zucca ha un sapore dolce ma poche calorie e per la ricchezza in fibre può essere consumata anche dai diabetici. È amica della pelle perché le sostanze che contiene (caroteni, vitamine C e PP, calcio, zinco) stimolano l’epidermide a rinnovarsi e ad essere più forte confronto alle aggressioni esterne stagionali: vento, smog e temperature in diminuzione.

Se la comprate intera fate attenzione che la buccia non abbia macchie e che il picciolo sia ben saldo (in questo modo si conserva anche per mesi in un luogo buio, fresco e asciutto). Se invece volete consumarla subito, per fare la scelta migliore dovete stare attenti che non abbia ammaccature e che suoni a vuoto se battuta con le nocche delle dita. Il picciolo non deve essere secco ma flessibile e ben attaccato alla buccia.
Se la trovate già tagliata, scegliete pezzi che non abbiano la superficie da taglio né troppo asciutta né troppo viscida. In questo modo avrete maggiori garanzie di freschezza.

Condivido con voi questa ricetta molto gustosa che mi è stata insegnata da un’amica sarda.

Ingredienti (per quattro persone)
1 kg di zucca
100 grammi di farina
1 uovo
4 cucchiai di pecorino
30 grammi di burro
sale

Preparazione

Dopo aver sbucciato la zucca si taglia a spicchi e si dispone in una teglia avvolta con un foglio di alluminio. Si inforna per circa mezzora a 180 gradi, se dovesse risultare ancora umida si toglie il foglio di alluminio e si tiene ancora quanto basta a farla asciugare.

Una volta tiepida si riduce in purea col passapatate, si aggiunge sale, uovo e farina e si impasta bene fino ad ottenere un composto omogeneo.

Nel frattempo si mette una pentola capiente sul fuoco salando l’acqua e, una volta raggiunta l’ebollizione, ci si fa cadere l’impasto a pezzettini aiutandosi con un cucchiaio.

Gli gnocchi sono pronti quando vengono a galla. Si raccolgono con un mestolo forato, si condiscono subito con burro e pecorino e si servono ancora ben caldi.
  

venerdì 28 ottobre 2016

Bambini e rischi media

Il progresso non si può fermare, ma non sempre porta benefici. 
Secondo un documento sulla comunicazione e i media, pubblicato su Pediatrics e stilato dal comitato dell’American Academy of Pediatrics, i bambini e gli adolescenti di oggi che fanno molto uso sia di  televisione che dei nuovi media digitali hanno i benefici di apprendere precocemente e di venire a contatto con nuove idee, conoscenze e persone, ma corrono anche dei rischi per la salute e per il loro benessere sociale. Rischi di non poco conto: effetti negativi sul sonno, sull’attenzione e sull’apprendimento, una maggiore incidenza di obesità e depressione, il bullismo, l’esposizione a informazioni imprecise e inappropriate, eventuali contatti non sicuri e la perdita parziale o totale della privacy.

Sta a noi genitori comprendere l’importanza del nostro ruolo nel modulare l’uso dei media in rapporto alle altre attività dei nostri figli, impostare dei limiti per l’accesso, incoraggiare le nuove generazioni ad un pensiero critico sui contenuti.
Forse, a volte, la TV o il tablet diventano un modo per far star tranquilli i bambini, qualcosa che ci dà modo intanto di “fare le nostre cose”. Impegnamoci affinché ciò non avvenga troppo spesso.

Perché i nostri figli crescano in salute ed equilibrati hanno bisogno di altre cose: un’adeguata attività fisica, un’alimentazione sana, una buona igiene del sonno e relazioni affettive e sociali serene.
Costa fatica? Sì.
Impegno? Tanto.
Abnegazione e rinuncia ai propri interessi? Spesso.

Ma la posta in gioco è troppo alta.

mercoledì 26 ottobre 2016

Il rituale del bagno

Dalle nostre nonne era vissuto come un momento unico, non solo per lavarsi ma anche per eliminare stanchezza dal corpo e dalla mente. Fin dai tempi più remoti, inoltre, chi nasceva in classi sociali agiate si poteva permettere di sciogliere nell’acqua essenze preziose per curare e rendere la pelle più bella. Oggi  i ritmi frenetici della routine quotidiana ci fanno prediligere per lo più la doccia, ma se provassimo a ritagliarci del tempo, rivaluteremmo questo intimo angolo di benessere scoprendo sensazioni molto piacevoli che si riflettono sul piano fisico e anche sull’umore.

Ecco qualche suggerimento per fare del bagno un vero rituale di salute:

1.      Favorisci intimità e rilassamento. Stacca il telefono, abbassa le luci, scegli una musica che ti piaccia (la combinazione di acqua e note è un rimedio potente che aiuta a liberare le emozioni). Ogni gesto deve essere fatto con calma a partire da questa preparazione. Anche mentre ti spogli, fallo lentamente, e con la tua mente cerca di pregustare il momento di relax che ti stai per regalare.

2.      Riempi la vasca. Se vuoi un effetto rilassante la temperatura deve essere tra i 36 e i 37 gradi, vicino a quella del nostro corpo. Se però c’è molto stress o hai necessità di decontrarre i muscoli, l’acqua deve essere più calda, mai però sopra 40 gradi.

3.      Regola l’altezza dell’acqua. I migliori effetti su circolazione e respirazione si ottengono facendola arrivare ad un livello tale da non oltrepassare il diaframma.

4.      Aggiungi gli ingredienti giusti. Ad esempio i sali del Mar Morto (mezzo chilo in una vasca piena di acqua) per facilitare l’eliminazione delle tossine oppure gli  oli essenziali come la lavanda (per sciogliere le tensioni nervose), il rosmarino (per tonificare) o il limone (in grado di scongiurare i raffreddori). Ci sono oli rinfrescanti e rivitalizzanti più indicati nei mesi caldi e altri, al contrario, che aiutano a neutralizzare il freddo. La scelta non va fatta a caso perché gli oli essenziali sono molto potenti e non sono privi di controindicazioni. È necessario farsi consigliare da una persona esperta e utilizzare sempre, in modiche quantità, quelli puri e naturali al 100%. Le gocce non vanno aggiunte direttamente nell’acqua ma a due cucchiai di miele o a due pugni di sale marino integrale e poi il tutto versato nella vasca.
Anche i fiori di Bach possono essere aggiunti all’acqua del bagno. Vanno scelti in base alle emozioni su cui si vuole agire e possono essere utilizzati singolarmente o combinati insieme.

5.      Immergiti. Chiudi gli occhi e cerca di sospendere qualsiasi elaborazione mentale, concentrati solo sulla musica, sulle vibrazioni che risuonano dentro di te e sulle sensazioni corporee suscitate dagli sfioramenti dell’acqua sulla pelle.

6.      Stai a mollo quanto basta. Non più di venti minuti, come indicazione generica un bagno tiepido o caldo non dovrebbe superare questa durata. Attenzione se soffri di pressione bassa, in questi casi i bagni caldi sono sconsigliati.

7.      Coccolati anche dopo. Una volta fuori dalla vasca avvolgiti in un accappatoio/asciugamano morbido (magari riscaldato dal termosifone) e distenditi per qualche minuto in una stanza calda e poco illuminata per conservare i benefici ottenuti. Solo dopo rivestiti con calma.


Probabilmente qualcuno pensa che sia solo “roba da donne” ma si sbaglia. Si dice che Giacomo Casanova preparasse proprio così corpo e mente agli incontri amorosi, con dei bagni aromatici: tre gocce di muschio, una di rosa, una di sandalo e una di incenso. Potete sempre provare…

lunedì 24 ottobre 2016

Le 10 regole della longevità

Siamo tutti differenti. Ogni individuo è unico e presenta delle caratteristiche psicofisiologiche peculiari che però possono essere influenzate dalla routine giornaliera, dall’ambiente, dall’alimentazione, dalle stagioni, dallo stress e da tanti altri elementi.
Per mantenersi in salute e vivere più a lungo è indispensabile mantenere in equilibrio mente, corpo e animo. La Naturopatia consiglia alimentazione, esercizi e stili di vita più adatti ad ogni persona, ma ci sono alcune regole generali che dovremmo rispettare tutti:

1.      MANGIARE BENE. Il che significa cibo giusto (fresco, di stagione, biologico e ben combinato), al momento giusto (mai prima di aver digerito il pasto precedente) e nella quantità giusta (colazione da re, pranzo da principe, cena da povero).

2.      DIGERIRE BENE. Avere una buona digestione è determinante tanto quanto nutrirsi correttamente poiché una digestione incompleta, provoca tossine. È anche importante masticare a lungo e consumare i pasti con calma, in un clima sereno, evitando di stare a tavola leggendo, lavorando o guardando la TV.

3.      DORMIRE BENE. Le giuste ore e mai immediatamente subito dopo i pasti. Andare a letto presto e non alzarsi tardi.

4.      RESPIRARE BENE. Come già sapevano gli Indiani 4000 anni fa, certi tipi di respirazione consentono meglio di altri un’efficace azione di riequilibrio delle funzioni organiche. In particolare la respirazione yogi, la respirazione quadrata tibetana, il rebirthing e il metodo Buteyko non solo facilitano la pulizia dell’ambiente respiratorio interno e l’eliminazione delle scorie da parte dell’organismo, ma in certi casi, sotto la guida di terapeuti esperti, permettono di entrare in contatto con le proprie esperienze emotive più profonde (che vanno poi elaborate).

5.      MUOVERSI QUANTO BASTA. Troppo esercizio fisico danneggia quanto farne poco.

6.      AVERE UNA CORRETTA POSTURA. La funzionalità della struttura corporea è influenzata dall’allineamento posturale. Quando serve, ci sono varie tecniche volte al riequilibrio: la chiropratica lavora sulle articolazioni, l’osteopatia su ossa, visceri e fascia connettivale, la terapia cranio-sacrale sul liquido cerebrospinale, il rolfing sulla fascia connettivale profonda. Sono alcuni esempi, ma vi sono varie discipline che si occupano di questo e si differenziano tra loro soprattutto per il tessuto su cui lavorano.

7.      RIDURRE STRESS E TENSIONI. Varie tecniche di rilassamento possono essere di aiuto a questo scopo e ognuno può scegliere quella più adatta a sé. Non dimentichiamo mai che il benessere origina anche dalla nostra mente e dalla qualità dei nostri pensieri, dal nostro atteggiamento verso gli altri e la vita.

8.      CONCEDERSI ARIA BUONA ED ESPOSIZIONE SOLARE. La natura ci è stata donata dal Creatore perché ne usufruissimo, rispettandola, per il nostro bene. Cerchiamo di goderne il più possibile e di vivere in armonia con i suoi ritmi.

9.      USARE CORRETTAMENTE LE VIBRAZIONI. L’energia vibrazionale di colori e suoni non è da sottovalutare. Dalle scoperte di vari ricercatori sono nate alcune terapie in grado di stimolare l’energia vitale e influenzare il benessere psicofisico.

10.  CIRCONDARSI DI AMORE. Rispettare se stessi e il prossimo, soprattutto quello indifeso e innocente. L’amore è una forza potente che può fare prodigi.


Mi auguro che questo mio post vi porti ad approfondire gli argomenti cui ho brevemente accennato in modo che ciascuno possa mettere in atto i cambiamenti che occorrono per vivere una LUNGA VITA FELICE, in piena salute.

sabato 22 ottobre 2016

Benefici dell’olio di semi di zucca

Valida alternativa in cucina, l’olio ottenuto dai semi della zucca, è anche utile per il trattamento dei disturbi urinari.
Negli ultimi anni è stato valutato in più studi clinici che hanno coinvolto svariati uomini affetti da ipertrofia prostatica benigna ed è stato visto che ha migliorato significativamente la loro disfunzione urinaria.
Sostanze presenti nell’olio di zucca si sono dimostrate utili anche nella terapia della cosiddetta iperattività vescicale, un altro disturbo urinario molto comune soprattutto ad una certa età.

Quest’olio, che si ottiene dalla spremitura a freddo dei semi di zucca, ha un bel colore verde scuro e un sapore che ricorda quello delle noci. È ricco in betasteroli, sostanze che si sono dimostrate utili non solo per alleviare i sintomi dell’ipertrofia prostatica, ma anche per abbassare i livelli di colesterolo e migliorare i sintomi da carenza estrogenica nella post-menopausa.


Va rigorosamente consumato crudo, come condimento di insalate, carne, pesce.

giovedì 20 ottobre 2016

Cosa mangia il pesce che mangi?

Se non te lo sei mai domandato forse è il caso di farlo perché un recente rapporto di Greenpeace, Plastics in seafood, che riunisce vari studi condotti in più paesi, evidenzia il problema delle microplastiche nei mari di tutto il mondo e il rischio inquietante per la nostra alimentazione.

Di rifiuti in mari e oceani, purtroppo, ce ne sono tanti. Troppi: plastica, bottiglie, barattoli e altri oggetti vari, senza considerare l’affondamento, volontario o accidentale, di container e fusti tossici.
La plastica, nello specifico, costituisce non solo un pericolo ambientale, ma anche un pericolo importante per la nostra salute. Mentre infatti i pezzi più “grossi” di questo materiale (con diametro o lunghezza maggiore di 25 millimetri, oppure tra 5 e 25 millimetri) finiscono negli stomaci di uccelli e mammiferi marini provocandone la morte, le particelle di diametro o lunghezza inferiore ai 5 mm, dette appunto microplastiche, una volta arrivate in acqua, possono sia assorbire che cedere sostanze tossiche, e vengono ingerite da numerosi organismi: pesci, crostacei, molluschi.

Le cozze, le vongole o le ostriche, ad esempio, possono semplicemente contaminarsi con l’acqua che filtrano per nutrirsi, mentre i pesci possono ingerire le microplastiche sia direttamente, scambiandole per prede, che attraverso il consumo di prede contaminate.
Questo fenomeno è ampiamente documentato. Ad esempio su 121 esemplari di pesci del mediterraneo centrale (tra cui specie molto consumate come il pesce spada, il tonno rosso e tonno alalunga) uno studio ha identificato la presenza di frammenti di plastica nel 18,2% dei campioni analizzati.
Analogamente, studi condotti su 26 specie di pesci delle coste atlantiche portoghesi hanno evidenziato la presenza di microplastiche nel 19,8% dei campioni di pesci analizzati: i quantitativi più elevati sono stati ritrovati nel lanzardo (Scomber japonicus), una specie simile allo sgombro.
Un altro studio citato nel rapporto, sugli scampi (Nephropos norvegicus), ha dimostrato invece la presenza di frammenti di plastica nello stomaco dell’83% degli esemplari raccolti lungo le coste britanniche.

Purtroppo non ci sono ancora ricerche sufficienti a definire con certezza gli impatti sulla salute umana derivante dalla presenza di queste microplastiche in mare e dal loro trasferimento e accumulo lungo la catena alimentare, ma non bisogna essere dei geni per capire la pericolosità di questa situazione. Penso che i dati già disponibili confermino la necessità di applicare il principio di precauzione limitando il consumo delle specie più esposte.


Impegnamoci, inoltre, a tenere pulite spiagge e acque. Tutti quanti. Perché la terra è la casa di tutti. E ciò che accade in un posto, per quanto possa sembrare un luogo lontano, presto o tardi ci riguarderà da vicino.

martedì 18 ottobre 2016

SOS raffreddore

Questa bevanda aiuta molto in caso di influenza, soprattutto se presa subito ai primi sintomi.
È molto semplice da preparare.

Si prendono circa 200 ml di acqua a basso residuo fisso e si portano a ebollizione, dopodiché si abbassa la fiamma al minimo e si aggiungono una punta di cannella e un chiodo di garofano. Si lascia sobbollire per cinque minuti e poi si spenge il fuoco.
A questo punto si versa il tutto in una tazza, si copre e si lascia in infusione per 20 minuti.
Poi si filtra, si aggiunge il succo di mezzo limone, un cucchiaino di miele (meglio se di eucalipto) e si beve.

Se poi ci si concedesse la possibilità di rallentare i ritmi, riposare e stare al caldo, sarebbe perfetto: l’organismo invece di disperdere le energie potrebbe concentrarle tutte nella guarigione.



domenica 16 ottobre 2016

Iperattività infantile e scorretta nutrizione in gravidanza

Ci sarebbe un legame tra disturbi del comportamento nei bambini e alimentazione in gravidanza. Lo sostiene uno studio pubblicato la scorsa estate sul Journal of Child Psychology and Psychiatry  e condotto dai ricercatori del King’s College di Londra sotto la guida del Dr. Edward Barker, Psicologo e Direttore del Laboratorio di Psicopatologia dello Sviluppo.

Dalla ricerca è emerso che una dieta troppo ricca di zuccheri e grassi seguita dalle donne durante la gestazione è capace di modificare le attività di uno specifico gene, l’IGF2, coinvolto nello sviluppo del feto e di aree del cervello strettamente collegate a problemi di iperattività, ovvero cervelletto ed ippocampo.
Nello specifico è stato notato come un’alimentazione scorretta di questo tipo provoca una maggiore metilazione dell’IGF2. Di conseguenza si assiste all’esordio precoce di problemi di comportamento.

Un’alimentazione sana durante la gravidanza è indispensabile, non solo per ridurre il rischio di problemi comportamentali e/o sintomi di ADHD per il nascituro, ma anche per assicurare a mamma e bebè maggiori possibilità di salute e vitalità.

Ecco alcune norme basilari:

1.      Riduzione drastica dei grassi animali a favore dell’olio extravergine di oliva da utilizzare crudo.

2.      Sostituzione dello zucchero bianco con quello di canna integrale.

3.      Sostituzione del sale raffinato con quello marino integrale (senza comunque esagerare con le quantità).

4.      Sostituzione dei cereali raffinati con quelli integrali (pasta scura, cereali in chicchi come riso, miglio, quinoa, amaranto, sorgo, teff, orzo, farro, avena…) che sono più ricchi di contenuto proteico, vitaminico e minerale.

5.      Consumo delle proteine animali (come carne, uova, pesce, formaggi) solo in un pasto durante la giornata.

6.      Valorizzazione delle proteine vegetali come i legumi (fagioli, lenticchie, fave, piselli, ceci) e la frutta oleosa (mandorle, noci, nocciole…) da consumare tutti i giorni almeno in un pasto.

7.      Eliminazione di tutti i cibi contenenti additivi, conservanti e coloranti a favore di alimenti prodotti con metodi biologici e lavorati con sistemi naturali.

8.      Consumo quotidiano e abbondante di verdure crude di stagione.

9.      Accurata masticazione.


giovedì 13 ottobre 2016

Soffri di calcoli? Vai sulle montagne russe!

La notizia è davvero curiosa: con qualche giro sulle montagne russe i calcoli renali si possono espellere! Sembrerebbe una burla e invece lo sostiene uno studio pubblicato sul Journal of the American Osteopathic Association.

Lo studio è partito per verificare le segnalazioni di alcune persone che dopo essere state su un ottovolante di Disney World di Orlando, in Florida, sono riuscite ad eliminare i calcoli ai reni che da tempo li affliggevano. Alla ricerca di conferme sperimentali, i ricercatori del Michigan State University College of Osteopathic Medicine hanno usato una stampante 3D per generare un modello anatomico di rene in silicone trasparente che poi hanno riempito di urina e di calcoli renali di tre dimensioni diverse. Dopo aver piazzato calcoli nei calici renali inferiori, medi e superiori, il modello di rene in silicone è stato inserito in uno zainetto che ha percorso 20 giri sulle stesse montagne russe in cui erano stati i pazienti: prima sui sedili posteriori delle montagne russe (e qui il tasso di passaggio dei calcoli è stato del 64%), poi nei sedili anteriori (solo del 17% in questa posizione).
A fine esperimento i risultati ottenuti hanno confermato l’evidenza dei racconti riferiti dai pazienti. Ma i ricercatori hanno tenuto a precisare che sì, sulle montagne russe i calcoli renali possono transitare fino alla vescica, ma solo se sono sufficientemente piccoli.

Di certo la sedentarietà è nemica della salute e credo che, probabilmente, lo stesso risultato di facilitare il passaggio di piccoli calcoli in vescica si potrebbe ottenere anche saltando su un tappeto elastico o  praticando con regolarità un’attività fisica.
Anche l’alimentazione deve essere accorta in caso di calcoli ai reni.
Come indicazione generica è bene limitare sale, dolci, latte/yogurt/latticini, carne e alimenti ricchi di ossalati (ad esempio cacao, pomodori, spinaci, bietole, barbabietole, cioccolata, mandorle,  coca cola e  bevande gassate in genere, succhi di frutta, the, cavolo verde, piselli, asparagi e rabarbaro).
I calcoli, però, possono essere di varia natura e, solo una volta eliminati, si potranno ricevere indicazioni nutrizionali più specifiche: i consigli alimentari per prevenire i calcoli e le coliche renali, infatti, vanno adattati alla tipologia di calcolosi a cui la persona è soggetta.

Alcuni alimenti possono comunque essere d’aiuto:
•CIPOLLA: ha effetto diuretico e favorisce l’eliminazione dell’acido urico.
•PREZZEMOLO FRESCO: stimola l’appetito e la digestione, favorisce la diuresi.
•SEDANO: ha proprietà diuretiche.
•CARCIOFO, CAVOLO, MELA E BETULLA (tisana): aumentano l’escrezione di urina.
Vi sono poi dei rimedi fitoterapici che sono di grande supporto sia  per un’azione di pulizia che per facilitare il drenaggio dei granellini di renella.


Infine la raccomandazione più importante: assumere le giuste quantità di liquidi (acqua a basso residuo fisso). Così facendo le sostanze presenti nelle urine vengono maggiormente diluite, per cui minori sono le possibilità che precipitino e si aggreghino. E’ bene che la quantità di liquidi venga suddivisa equamente nell'arco della giornata, bevendo un po’ di acqua anche prima di andare a letto.

Dopodiché...tutti a Gardaland!!!

mercoledì 12 ottobre 2016

La felicità è un viaggio

da "Midnight Muse" di Crystal Boyd © 1997

Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando saremo sposati, avremo un bambino, e poi un altro. Poi ancora ci sentiamo frustrati perché i nostri figli non sono abbastanza grandi e saremo più contenti quando lo diventeranno.
In seguito siamo esasperati perché dobbiamo occuparci di adolescenti. Siamo convinti che saremo felici quando avranno superato questa fase della loro vita.
Ci diciamo che staremo meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, avremo un’automobile migliore, potremo fare una bella vacanza, quando andremo in pensione.

La verità è, non c'è momento migliore per essere felici di quello che stiamo vivendo. Se non ora, quando? La tua vita sarà sempre piena di sfide. È  meglio accettarlo e decidere di essere comunque felice.
Una delle mie citazioni preferite è di Alfred D. Souza. Egli dice: "Per molto tempo ho avuto l'impressione che la vita stesse per iniziare, la vita vera. Ma c'era sempre qualche ostacolo sulla via, qualcosa che prima bisognava risolvere, qualche affare in sospeso che richiedeva ancora del tempo, o un debito da estinguere. In seguito la vita sarebbe iniziata. Alla fine mi sono reso conto che questi ostacoli erano la mia vita".
Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non esiste una via che porti alla felicità. La felicità è la via.

Quindi prendi a cuore ogni momento che vivi e valorizzalo di più perché lo hai condiviso con qualcuno speciale, abbastanza speciale da trascorrere del tempo assieme... e ricorda che il tempo non aspetta nessuno.
Quindi smetti di... aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 Kg, di prendere 5 Kg, di avere dei figli, di vedere i tuoi figli andar via di casa, di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarti, di divorziare, che arrivi il venerdì sera, la domenica mattina, di avere un’automobile o una casa nuova, di finire di pagare l’automobile o la casa, che giunga la primavera, l’estate, l’autunno, l’inverno, di essere benestante, di arrivare al primo o al quindici del mese, di godere del successo della tua canzone, di bere, di riprenderti da una sbornia, di morire, di nascere nuovamente... per decidere che non c’è tempo migliore che adesso per essere felice.
La felicità è un viaggio, non una meta.

lunedì 10 ottobre 2016

Insalata "orientale"

Ecco un’insalatina dalle inaspettate proprietà, saporita e salutare, che ho conosciuto in occasione di un aggiornamento di dietetica cinese.




Ingredienti

1 cesto di lattuga
1 panetto di tofu
2 carote
2 cucchiai di semi di girasole
20 grammi di mandorle
15 grammi di semi di chia
15 grammi di bacche di goji
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di senape
1 cucchiaino di tamari
sale q.b.
pepe q.b.

Preparazione

Lavare e asciugare l’insalata, spezzarla con le dita (io non uso il coltello per limitare il processo di ossidazione che inevitabilmente si innesca) e metterla in una insalatiera.

Tagliare il tofu a cubetti e saltarlo pochi minuti in una padella antiaderente con un velo di olio aggiungendo un cucchiaino di tamari alla fine.

Lavare e tagliare le carote alla julienne e unirle insieme al tofu all’insalata.

Aggiungere le mandorle tritate, le bacche di goji e i semi di girasole e di chia.

Preparare la vinaigrette emulsionando in una ciotola l’olio, l’aceto di mele, la senape, il sale e il pepe. Condire e servire.


Secondo la Teoria dei cinque elementi della Medicina Tradizionale Cinese ogni sapore (acido, amaro, dolce, piccante, salato) apporta un particolare tipo di energia ed è in relazione con un organo che può “nutrire”, sostenendone la fisiologia, o “frenare” ostacolandola.
Ricordarsi che la quantità distrugge la qualità: mentre una piccola quantità di sapore è benefica, una quantità esagerata è sempre dannosa proprio per l’organo che dovrebbe essere aiutato.

In questa ricetta sono presenti tutti i sapori nella giusta quantità:
La lattuga ha sapore AMARO e DOLCE insieme e aiuta a eliminare gli accumuli da freddo e da ristagno di Qi (energia).
Il tofu, dal sapore DOLCE, ha un’azione equilibrante l’energia di milza, stomaco e pancreas.
La carota, anch’essa dal sapore DOLCE, è protettiva nei confronti di stomaco, milza e pancreas. È anche astringente, antisettica e aumenta le capacità di difesa dell’organismo.
Il tamari, dal sapore SALATO ha invece azione aperitiva, digestiva e protettiva nei confronti di reni e vescica.
L’olio di oliva ha sapore ACIDO e DOLCE insieme, azione emolliente, lenitiva, protettiva nei confronti epiteli e mucose, decongestionante, lassativa e nutriente.
L’aceto di mele dal sapore ACIDO ha azione disinfettante. Accellera il metabolismo, specie quello dei grassi e regola la flora batterica intestinale.
La senape ha sapore PICCANTE che ha azione mobilizzante, dinamizzante, esteriorizzante (muove verso l’esterno). Tonifica, cioè sostiene, i polmoni e il colon.
Le mandorle, oltre a una parte grassa, contengono vitamina F, proteine e calcio. Hanno un sapore DOLCE e nutrono l’energia e il sangue.
I semi di girasole, anch’essi dal sapore DOLCE, contengono acidi grassi insalturi e polinsaturi ad azione emolliente, protettiva e anticolesterolemica.  Anche i semi di chia ricchi di omega 3, ferro e calcio, sono utili per tenere sotto controllo il colesterolo. Regolano, inoltre, la pressione e aiutano a mantenersi in forma fisica, a controllare il livello di zuccheri nel sangue e a mantenere regolare l’attività intestinale. Vanno tenuti in ammollo 15 minuti prima di essere consumati.
Il pepe ha sapore PICCANTE e, in piccole dosi, è digestivo e tonifica stomaco e intestino. Anche il sale va utilizzato a piccole dosi, ha sapore SALATO, e in condizione di assunzione equilibrata, da giovamento ai reni.
Infine, a rendere ancora più nutriente e sana quest’insolita insalata, abbiamo le bacche di Goji, chiamate anche “bacche della longevità” poiché sono antiossidanti e antinfiammatorie.


Buon appetito, sono sicura che apprezzerete!

venerdì 7 ottobre 2016

Attenti alla muffa e … agli antimuffa!

Se soffrite di asma, dermatiti e riniti ricorrenti, mentre vi preoccupate di migliorare le vostre condizioni di salute, sarebbe bene vi deste pensiero anche di indagare l’eventuale presenza di muffe nella vostra abitazione.
Se le fughe delle mattonelle sono diventate nere, e dietro i mobili o agli angoli dei muri sono comparse macchie grigioverdi, allora potete essere certi di avere trovato una possibile causa ai vostri malanni: le spore microscopiche delle muffe, infatti, una volta inalate, provocano in persone con basse difese immunitarie vari sintomi che vanno dalle irritazioni cutanee a quelle di naso, gola e occhi, dalla cefalea all’affaticamento, fino ad arrivare, in soggetti particolarmente allergici, a polmoniti da sensibilizzazione.

Le muffe traggono nutrimento dall’umidità, dallo sporco e da una grande varietà di materiali: legno, cellulosa, fibre vegetali, colle e vernici contenenti sostanze proteiche.
Il controllo della temperatura e dell’umidità ambientale è molto importante. Le specie fungine più diffuse negli edifici (quelle appartenenti ai generi Aspergillus e Penicillium) possono riprodursi agevolmente in un intervallo che va dai 20 ai 30 gradi e la presenza di condensa o eccesiva umidità condiziona fortemente la crescita delle colonie.

In Germania è stato constatato che molti prodotti utilizzati per eliminare il problema in realtà sono ancora più dannosi delle stesse spore della muffa per via del rilascio nell’aria di sostanze per niente salutari.
Che fare allora?

Prima di tutto è necessario regolare il microclima ambientale domestico e arieggiare i locali minimo due tre volte al giorno. Le finestre di cucina e bagno, le stanze dove si forma maggiormente il vapore acqueo, vanno aperte spesso.
Bisogna poi controllare – ed eliminare – l’eventuale presenza di infiltrazioni d’acqua attraverso la struttura dell’edificio. Anche l’impianto di condizionamento va pulito e disinfettato periodicamente per evitare la formazione di condensa.

La muffa esistente va tolta con la candeggina, la parete interessata una volta asciutta va scartavetrata bene poi di nuovo va passata con la candeggina e rifatta asciugare. Infine si ritinteggia con prodotti traspiranti naturali a base di calce.

Tutte le operazioni fino alla ritinteggiatura finale vanno fatte con i guanti e con una mascherina per evitare di venire a contatto con le spore.

mercoledì 5 ottobre 2016

Musica amica del cuore (e non solo)


Ascoltare la musica di Mozart e Strauss fa bene alla salute e permette l’abbassamento della pressione e la diminuzione della frequenza cardiaca. Lo sostiene uno studio tedesco, condotto qualche mese fa dall’Università della Ruhr a Bochum e pubblicato su una delle più importanti riviste del settore, Deutsches Ärzteblatt International.
In precedenza altri ricercatori dell’Università di Oxford erano arrivati alla stessa conclusione spiegando che determinati adagi delle sinfonie di Mozart portano a una diminuzione del livello della pressione arteriosa perché in grado di rilassare il muscolo cardiaco e di rallentarne il ritmo.

Quindi la musica sarebbe un toccasana per il cuore e andrebbe a proteggere il sistema cardiovascolare. Secondo un altro studio dell’Istituto di cardiologia dell'Università di Nis (Serbia) non conterebbe neppure il genere, l’importante è che sia la musica che piace: l’ascolto del brano preferito, infatti, innesca da parte del cervello la produzione di endorfine, i cosiddetti neurotrasmettitori della felicità, in grado non solo di regalare una sensazione di benessere psichico ma anche di rafforzare l’endotelio, il tessuto che riveste i vasi sanguigni, linfatici e del cuore.

Che la musica possa essere utilizzata a scopi curativi, in realtà, non è scoperta recente.
Fin dagli albori della civiltà, infatti, ritmi e melodie sono stati impiegati per rassicurare e sostenere la persona malata nella sua lotta per la guarigione. Anticamente poi, in alcune culture, l’arte dei suoni a beneficio della salute era molto sviluppata e si basava sulla comprensione che la vibrazione è la forza fondamentale creativa dell’universo.
Purtroppo nei secoli queste preziose sapienze sono andate perdute (sono continuate in parte in certe tradizioni orientali e sudamericane che hanno sempre riconosciuto il potere della musica di favorire il riequilibrio totale della persona), ma fortunatamente, negli ultimi anni, soprattutto all’estero, sono rifiorite le ricerche e le sperimentazioni in questo ambito con risultati sorprendenti.
E così la musica, ma anche la danza, sono entrate a pieno titolo negli ambienti sanitari ed educativi come efficaci mezzi di cura. I campi di utilizzazione sono i più svariati: autismo, disabilità, disturbi neurologici, difficoltà di apprendimento, riabilitazione fisica, alleviamento del dolore, gestione dello stress, miglioramento della comunicazione.

In occasione della preparazione della tesi alla fine del mio percorso di formazione in Naturopatia ho avuto modo di approfondire la conoscenza della musicoterapia e della danzaterapia raccogliendo e leggendo una mole impressionante di studi, sperimentazioni, libri.
L’idea che già avevo in partenza, e cioè che la musica e la danza possono essere utilizzate con successo a beneficio della salute intesa in senso olistico, si è arricchita in maniera straordinaria di prove, dati e metodologie di lavoro.
Sì, metodologie di lavoro, perché non tutte le musiche e non tutte le danze sono curative.

Le onde sonore, infatti, hanno effetti sul fisico (agiscono sul sistema nervoso, sul battito cardiaco, sul ritmo circolatorio e la produzione ormonale), sulle emozioni e sulla mente (possono cambiare uno stato d’animo e far affiorare immagini, vissute o inventate, ma comunque sempre specchio del nostro mondo interiore). Ma è necessario saper scegliere le melodie giuste (che sono diverse per ciascuno di noi) in base al tipo di lavoro che si vuole fare e al risultato che si vuole ottenere. Ed è anche importante inserire queste melodie all’interno di un percorso più generale e ampio di riequilibrio dell’organismo: solo in questo modo si possono favorire profonde trasformazioni.

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lunedì 3 ottobre 2016

Effetto luna

Le ricerche confermano quello che gli antichi hanno sempre intuito: “l’effetto luna” esiste davvero. Del resto se il corpo celeste influisce sulle maree, esprimendo la sua forza d’attrazione sugli oceani in modo così spettacolare – basti pensare al Mont Saint Michel, in Francia, dove si registrano le maree più grandi d’Europa – perché non dovrebbe esercitare questa stessa influenza anche sulla vita della terra e dei suoi abitanti?

In effetti, nel corso degli ultimi anni, sempre più studiosi si sono posti l’interrogativo. Ha cominciato negli anni venti Lilly Kolisko che, con le sue ricerche, è riuscita a mettere in evidenza i diversi influssi della luna piena e della luna nuova sull’agricoltura. E hanno proseguito, dopo di lei, altri ricercatori che hanno portato avanti gli studi in questo ambito prendendo in esame gli effetti della luna ascendente e discendente. A partire dagli anni Cinquanta si è fatta notare, in particolare, la tedesca Maria Thun arrivando a sostenere che le influenze lunari sul mondo vegetale sono da mettere in relazione alla posizione della luna rispetto allo zodiaco. In pratica ogni segno, nel momento cui fa da sfondo alla luna, imprimerebbe un certo carattere alla pianta e le influenze sarebbero maggiori in situazioni particolari, ad esempio durante le opposizioni, le eclissi di sole o luna e con passaggi di pianeti dietro il sole o la luna.
Parrebbero fantasticherie da Medioevo, eppure le osservazioni di questa studiosa sono state confermate dall’Istituto di Coltivazioni Erbacee dell’Università di Giessen (Germania), dall’Istituto Svizzero di Ricerca Biologico-Dinamica e tuttora sono seguite da molti agricoltori.

Altre conferme dell’influsso della luna sulla vita del nostro pianeta sono arrivate dalla Conferenza internazionale sulle relazioni Terra-Luna che fu organizzata nel 2000 a Padova dall’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti.
Vi parteciparono ricercatori di tutto il mondo che individuarono ben 600 specie viventi, soprattutto animali, con precisi ritmi legati alla periodicità lunare. Organismi marini che sincronizzano le danze nuziali con la luce della luna. Molluschi che depongono le uova con la luna crescente. Pesci che per la deposizione prediligono la luna piena. E granchi “romantici”, come il Granchio Violinista, che invece alle notti di plenilunio riserva l’accoppiamento.
Anche la grande barriera corallina, che si estende per circa 2000 km al largo della costa nord-orientale dell’Australia, risente dei misteriosi influssi lunari. È formata da depositi calcarei prodotti da polipi piccolissimi che tutti gli anni, in una notte di luna piena d’agosto, all’unisono emettono simultaneamente migliaia di miliardi di uova e sperma che, congiungendosi, danno origine a miliardi d’altri individui. Come fanno questi polipetti ad agire tutti insieme per 2000 km? E perché soltanto in una notte di luna piena d’agosto? Sono interrogativi ai quali la scienza non è ancora in grado di rispondere, ma il fenomeno esiste, ed è ampiamente documentato. 

E noi umani? Siamo sensibili alle forze della Luna? Secondo Johanna Paungger e Thomas Poppe, noti in tutta Europa per i numerosi libri scritti sull’argomento, seguendo le fasi lunari è possibile far fruttare al meglio qualsiasi attività. Dal giardinaggio al taglio di capelli, dal bricolage all’agopuntura, dalla dieta disintossicante alla ginnastica, c’è un momento giusto per ogni cosa, persino per un intervento di chirurgia estetica. Ma non si tratterebbe di astrologia o esoterismo. “L’influenza della luna su tutte le creature viventi è oggetto di un sapere antico che per millenni è stato parte integrante della vita quotidiana del genere umano” – tengono a precisare gli autori - “e anche se la scienza non ha ancora saputo spiegare il perché di certi meccanismi, l’esperienza dimostra che non si tratta solo di semplici credenze popolari”.

Invece vi sono medici e scienziati pronti a riconoscere gli influssi della luna sull’organismo. Tempo fa alcuni ricercatori dell’Università di Bradford hanno ipotizzato l’esistenza della “sindrome lunare” riscontrando un lieve aumento di disturbi e comportamenti aggressivi in presenza della luna piena. Secondo gli studiosi del Dipartimento di Medicina preventiva e sociale dell’università di Berna, invece, le fasi lunari influenzerebbero la durata e la qualità del nostro sonno (dalla ricerca, pubblicata sul Journal of Sleep Research, è emerso che al risveglio da una notte di luna piena ci si sente più stanchi e affaticati, mentre nelle notti di luna nuova si dorme di più e al mattino ci si sente riposati).

Alcuni anni fa ho avuto il piacere di approfondire questa interessante tematica degli influssi lunari sulla salute umana con un docente di idrologia e bioclimatologia medica dell’Università di Milano, il Prof. Angelico Brugnoli, grande esperto della scienza meteorologica, il quale ha confermato che i ritmi circadiani, cioè i ritmi biologici che si verificano nell’arco di un giorno, sono influenzati dalla luna in misura quasi completa.
Secondo Brugnoli, che ha scritto anche un libro su questo argomento (“Tutta colpa della luna”, Red Edizioni), gli enzimi e gli ormoni sono più attivi durante la fase di plenilunio, per questo aumenterebbero le crisi ipertensive e le aritmie nei soggetti predisposti, come pure le emorragie da ulcera gastrica. Sembra dunque plausibile immaginare che l’attività gravitazionale della luna possa innescare delle “maree biologiche” che possono alterare, seppure di un’inezia, il ritmo circadiano e mensile dei soggetti meteorolabili, cioè sensibili anche alle più piccole modificazioni dei fattori atmosferici.

Del resto l’uomo non è certo qualcosa di estraneo alla terra e all’universo. Corpo, mente e anima non solo sono in inscindibile unità tra loro, ma anche in rapporto con il tutto. Con il prossimo. Con la natura. Persino con le stelle.



sabato 1 ottobre 2016

Nausea in gravidanza? (E' comunque un buon segno) Accorgimenti e rimedi


Non tutte le donne incinte soffrono di nausea e vomito. Se siete tra quelle che patiscono questi fastidiosi disturbi – che di solito caratterizzano il primo trimestre di gravidanza – consolatevi: uno studio appena pubblicato su Jama Internal Medicine rassicura che si associano a un rischio ridotto di aborto spontaneo .

La nausea inizialmente può essere provocata da una certa difficoltà psicologica ad adattarsi alla nuova situazione che si è venuta a creare: in fondo una donna si ritrova da un giorno all’altro già nel ruolo di mamma e per qualcuna non è facile. Ma anche l’improvviso aumento di due ormoni (il lattogeno placentare e il progesterone) può esserne causa.

Se il vomito non è talmente frequente da provocare un’eccessiva perdita di liquidi e nutrienti (in questi casi è bene rivolgersi al medico, perché potrebbe trattarsi di una condizione seria, chiamata iperemesi gravidica, che necessita un trattamento specifico), basta mettere in atto cinque accorgimenti per aiutare lo stomaco a stare meglio:
  1.  mangiare poco e spesso
  2.  masticare bene
  3.  utilizzare alimenti asciutti come tartine, gallette o sfogliatine di cereali biologici per tamponare gli attacchi di nausea
  4.  non farsi mai mancare le fibre (frutta e verdura) per garantire un buon funzionamento dell’intestino
  5.  bere: l’apporto idrico è importante ma evitare di bere troppo al mattino a digiuno e durante i pasti.
La radice di zenzero è un rimedio noto per alleviare il senso di nausea. Si può farne un uso moderato utilizzandola in cucina come spezia oppure come tisana, magari addolcita con un pochino di miele (acqua calda + mezzo cucchiaino di radice di zenzero grattugiata fresca).
Anche le prugne umeboshi sono utili (non più di un cucchiaino di polpa al giorno come condimento oppure in un bicchiere d’acqua tiepida da sorseggiare al bisogno) .

Si può provare, infine, con l’agopuntura. Apporta grandi benefici non solo perché permette di curare alcuni disturbi della gravidanza, tra cui appunto nausea e vomito, ma anche perché aiuta ad arrivare al parto energeticamente in forma. 

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