lunedì 27 febbraio 2017

Budino appetitoso

Non è la cioccolata a dare questo bel colore scuro al budino ma la farina di carrube che è uno degli ingredienti chiave di questa ricetta adatta anche ai bambini (dai due anni in su) e alle persone affette da celiachia tenuto conto che è priva di glutine.
Le carrube, frutto spontaneo del carrubo – un albero sempreverde che dà origine a baccelli simili a fagioli – sono totalmente prive di colesterolo e ricche in sali minerali (come ferro, calcio, potassio e manganese in particolare) e vitamine, principalmente del gruppo B, A ed E.

Altro ingrediente salutare di questo budino è l’agar-agar in fiocchi: un alga che viene utilizzata come gelificante. Ha particolare effetto rinfrescante, proprietà lassative ed eupeptiche e aiuta l’organismo nell’eliminazione delle tossine (anche le cellule morte della candida a livello intestinale). È inoltre un’ottima fonte di calcio e ferro.

Ulteriori ingredienti benefici sono il tahin, cioè la crema di semi di sesamo (ricca di grassi buoni, vitamine e sali minerali, in particolare calcio) e le nocciole per il loro contenuto in vitamina F e calcio.

Ma ecco l’elenco completo degli INGREDIENTI per 3-4 porzioni
  • 3 bicchieri d’acqua
  • 5 cucchiai di farina di carrube
  • 2 cucchiai di tahin
  • 3 cucchiai di agar-agar in fiocchi
  • 1 pizzico di sale
  • 3 cucchiai di malto di riso
  • 2 cucchiaini di vaniglia in polvere
  • ½ bicchiere di nocciole


PREPARAZIONE
In un pentolino di acciaio a doppio fondo sufficientemente capiente versare l’acqua, l’agar-agar, la crema di sesamo e un pizzico di sale.

Portare a bollore mescolando sempre con un cucchiaio di legno poi abbassare la fiamma e fare sobbollire per 5 minuti continuando a girare.

Intanto in un padellino antiaderente tostare a secco la farina di carrube (bastano 2-3 minuti muovendola spesso) dopodiché aggiungerla all’acqua insieme ai 3 cucchiai di malto di riso.

Cuocere ancora un quarto d’ora sempre a fiamma bassa mescolando spesso per evitare che la crema si attacchi.

Spengere, aggiungere le nocciole tritate, la vaniglia e versare in coppette singole.

Far raffreddare mezz’ora e poi mettere in frigo a rassodare. Lasciare almeno 2 ore.


Buon appetito! Farina di carrube, tahin, agar-agar e malto di riso si trovano ormai facilmente in tutti i negozi di alimentazione naturale. Sono reperibili altrimenti grazie a internet.

giovedì 23 febbraio 2017

Piede d’atleta e micosi ungueali

I piedi svolgono l’importantissima funzione di sostegno e locomozione. Simbolo di fascino, se belli e curati esprimono sensualità. In estate, quando sono maggiori le occasioni per mostrarli, li vorremmo tutti perfetti, a volte però alcune infezioni fungine possono colpire la cute della pianta e degli spazi interdigitali oppure le unghie.

I funghi proliferano nei luoghi caldi ed umidi. Nelle scarpe chiuse e poco traspiranti (soprattutto se fatte di materiali sintetici) trovano le condizioni ideali per replicarsi, spesso infatti sono gli sportivi ad esserne colpiti poiché tengono a lungo i piedi a contatto con calze umide a causa del sudore. È a rischio anche chi cammina a piedi nudi in luoghi pubblici come le piscine e le docce comuni poiché, soprattutto il piede di atleta, è un’infezione molto contagiosa che si trasmette da persona a persona per contatto con superfici contaminate da questi funghi rilasciati da un altro individuo.
Non tutti coloro che fanno sport o camminano a piedi scalzi però prendono l’infezione! Se c’è un deficit delle difese immunitarie, anche a causa di stili di vita non salutari, le probabilità aumentano.

Ecco un pediluvio tutto naturale che dà ottimi risultati, ovviamente devono anche essere messi in atto basilari cambiamenti dello stile di vita (laddove questo sia squilibrato) allo scopo di rafforzare il sistema immunitario (vedi i post Strategie anti-influenza, Le 10 regole della longevità, Tre modi per rafforzare le tue difese e  I 5 pilastri della sana alimentazione).
Si procede così:
·         Versare 1-2 cucchiai grandi di argilla verde ventilata oppure macinata fine in una ciotola di vetro (l’argilla migliore è quella di origine marina, ricca di elementi presenti nell’acqua del mare)
·         Unire 3-4 gocce di olio essenziale di tea tree puro al 100% e pochissima acqua.
·         Mescolare utilizzando un cucchiaio di legno di quelli da cucina (preferibile utilizzare sempre legno o vetro per maneggiare l’argilla) fino ad ottenere una consistenza cremosa aggiungendo ulteriore acqua se necessario
·         Riempire una bacinella o il bidet di acqua calda, versarvi l’argilla e immergere i piedi
·         Prolungare il pediluvio finché l’acqua non si sarà raffreddata (15-20 minuti)
·         Passare velocemente i piedi sotto l’acqua corrente tiepida e asciugarli bene dopodiché applicare poche gocce di olio essenziale di tea tre sulle zone interessate dall’infezione fungina, meglio con un guanto di quelli usa e getta.
Si effettua tutti i giorni fino a guarigione.

È anche fondamentale seguire delle semplici regole di igiene quotidiana per evitare recidive:
·         Lavare con cura ed asciugare bene la pelle, soprattutto negli spazi tra le dita
·         Non frizionare eccessivamente la zona infetta
·         Cambiare le calze almeno una volta al giorno e usare solo quelle in fibre naturali come il cotone
·         Lavare le calze in acqua bollente con prodotti disinfettanti
·         Usare sempre scarpe traspiranti e lasciarle asciugare dopo l’uso prima di riporle nella scarpiera
·         Disinfettare con polveri o spray antifungini le scarpe
·         Evitare di camminare scalzi, soprattutto in luoghi pubblici (come piscine, spogliatoi) e non utilizzare scarpe o calze di altre persone
·         Lavare bene le mani nel caso vengano a contatto con le lesioni.

Un’ultima considerazione: spesso le persone con problemi di infezioni da funghi sono intolleranti ai lieviti. Reimpostare la dieta limitando l’assunzione di tutti i prodotti fermentati e lievitati in questo caso è un’ulteriore passo da fare per una guarigione definitiva. 

martedì 21 febbraio 2017

Ciclo vitale

Nella nostra cultura il ciclo mestruale è per lo più ritenuto una seccatura, in realtà secondo la Naturopatia è un potente meccanismo per mantenere la salute della donna e per promuoverne il processo di autoguarigione. Questa è anche la visione dell’Ayurveda e di altre Medicine Tradizionali sia orientali che sudamericane. Le mestruazioni, pertanto, non hanno solo la funzione riproduttiva ma anche un importante ruolo di purificazione, depurazione ed eliminazione di tossine possibili cause di future malattie.

Il sanguinamento, che altro non è che l’eliminazione dell’endometrio quando non c’è stata fecondazione, avviene ogni 28 giorni e ricalca il ritmo lunare. Grazie al suo ciclo mestruale la donna, quindi, è collegata ai cicli della natura e, in virtù di questo, maggiormente capace di captare (quando è in equilibrio) le realtà più sottili, interiori, invisibili ma reali, quanto reale è il movimento delle maree sotto l’influsso invisibile della luna. Le mestruazioni dunque sono una risorsa ulteriore che ci rende anche più intuitive, attente a ciò che non necessariamente si vede, e questo grazie alla nostra natura biologica.

Nei giorni precedenti le mestruazioni possono verificarsi una serie di disturbi noti con il nome di sindrome premestruale: stanchezza, tensione, irritabilità, cefalea, sbalzi d’umore, gonfiore, cambiamenti del peso corporeo. Una serie di affezioni molto ampia e d’intensità variabile da donna a donna che gli esperti spiegano per lo più come dovuta a fluttuazioni ormonali.
Come naturopata in realtà non posso fare a meno di evidenziare il ruolo dell’alimentazione dal momento che ho riscontrato profonde differenze del modo di alimentarsi tra le donne che soffrono di sindrome premestruale e donne che invece non presentano sintomi: quelle che manifestano disturbi, ad esempio, consumano troppi carboidrati raffinati, zucchero bianco, latticini e sodio.
Per contrastare e prevenire la sindrome premestruale sarà necessario quindi apportare dei cambiamenti alla dieta, eliminando certi cibi e consumandone altri che sono invece d’aiuto e raccomandati. I consigli cambieranno in base alla costituzione della donna e al suo stile di vita poiché in naturopatia non esiste una dieta ideale valida per tutti ma l’alimentazione deve essere personalizzata in base alla situazione individuale. In linea generale posso dire che bere più acqua ed effettuare una dieta leggera, fin dai tre giorni che precedono il ciclo, aiuta a promuovere il flusso verso il basso e a eliminare le tossine accumulate durante il mese.

Una situazione che contribuisce ad accentuare i disturbi legati alla sindrome premestruale è lo stress perché quando l’organismo è a lungo sotto sforzo si possono determinare mutamenti a carico del sistema nervoso centrale con una riduzione della produzione di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che aumentano la tolleranza al dolore e capaci di ridurre ansia, arrabbiature e controllare l’appetito.
Ecco alcuni suggerimenti che possono essere d’aiuto:
v  Se possibile, ridurre i ritmi della giornata sia a livello fisico che mentale, riposarsi ogni tanto ma senza dormire durante il giorno perché peggiorerebbe la circolazione del flusso
v  Praticare esercizi di rilassamento e di visualizzazione creativa
v  Cena leggera
v  Andare a letto presto (entro le 22)

L’esercizio fisico leggero, bastano 30 minuti di passeggiata quotidiana  durante tutto il mese, aiuta a diminuire i disagi del ciclo mestruale. L’attività sessuale, invece, durante i giorni del ciclo è sconsigliata: secondo la medicina ayurvedica porta a squilibri.

Un ultimo consiglio: meglio utilizzare assorbenti che tamponi, questi ultimi interferiscono con il libero passaggio e l’eliminazione esterna del flusso.

domenica 19 febbraio 2017

Aglio, ecco perché non può mancare nella nostra dieta

Oltre ad essere un valido condimento ha sorprendenti capacità medicinali per questo deve essere assolutamente presente nella nostra alimentazione.
Nel corso della storia vari popoli lo hanno usato come antimicrobico, disinfettante, preventivo e curativo e anche la moderna Etnofarmacologia ne ha confermate le innumerevoli proprietà. Uno degli ultimi interessanti studi che mi è capitato di leggere su questo bulbo è stato effettuato del Birla Institute of Technology and Science in India e ha segnalato l’attività antibatterica dell’estratto d’aglio crudo contro batteri isolati da campioni di urine infette multidrug resistenti (resistenti a più farmaci) causa di infezioni gravi del tratto urinario.

Nonostante il forte sapore che ne limita l’utilizzo da parte di molte persone, mi sento di invitare a mangiare più spesso l’aglio, specie in questo periodo in cui malattie da raffreddamento e influenza sono più frequenti. Ricordate sempre che l’alimentazione è il primo strumento che abbiamo per prevenire e curare i disturbi più comuni.

Ecco un breve riassunto delle NUMEROSE PROPRIETA’ MEDICINALI di questa pianta
  • AZIONE IPOTENSIVA: adatto a soggetti con ipertensione.
  • AZIONE ESPETTORANTE: di grande aiuto nelle affezioni polmonari (asma, enfisema, pertosse).
  • AZIONE ANTIBATTERICA E ANTIVIRALE: utile nella profilassi delle malattie infettive (influenze, raffreddore). È stato visto, inoltre, che il succo diluito è in grado di inibire lo sviluppo di stafilococchi, streptococchi, vibrione del colera, bacilli del tifo e paratifo.
  • AZIONE ANTISETTICA: elimina i parassiti intestinali, contrasta la candida, le flatulenze e gli spasmi intestinali.
  • AZIONE CARDIOTONICA E LEGGERMENTE FLUIDIFICANTE: rafforza l’energia del cuore ed è un valido supporto in caso di tachicardia, arteriosclerosi e ipercoagulabilità sanguigna.
  • AZIONE DIURETICA: di sostegno in caso di sciatalgie, acidi urici, gotta e edemi alle gambe.
  • AZIONE ANTIARTRITICA: giova in presenza di artritismo, dolori e reumatismi.
Come consumare l’aglio?

Se non dà fastidio, è abitudine sana mangiare tutti i giorni uno o due spicchi d’aglio crudo insieme a insalate, zuppe o verdure cotte.
Si può anche preparare un condimento, semplice e gustoso, che ne permette l’utilizzo su pane integrale tostato e carne e pesce cotti al vapore o alla griglia (attenzione però a non esagerare con le grigliate: né a farle troppo spesso né con i tempi di cottura, le parti carbonizzate infatti contengono benzopirene e ammine eterocicliche, entrambi  composti ritenuti cancerogeni).
Questa salsina si prepara così: alcune ore prima dell’utilizzo tritare finemente l’aglio con qualche foglia di prezzemolo, aggiungere olio extravergine d’oliva spremuto a freddo, lasciare che i sapori si fondano insieme e poi usare per condire a crudo.

Ti suggerisco inoltre una tisana molto efficace all’aglio e limone utile in caso di sintomi influenzali.
Occorrente: 1 limone biologico (che non abbia tracce di pesticidi o altra robaccia sulla scorza), 1 spicchio d’aglio (non pelato) e acqua.
Preparazione:  Pulire il limone sotto l’acqua corrente con uno spazzolino di quelli che si usano per lavare frutta e verdura e metterlo intero, con la buccia, in un pentolino d’acciaio alto e stretto. Aggiungere lo spicchio d’aglio e coprire il limone a pelo con l’acqua. Accendere la fiamma e dal bollore far passare 7 minuti, non di più. Si passa al colino e si beve tiepida senza dolcificare.
Se ci sono già febbre, mal di gola e dolori muscolari se ne prende una tazzina da caffè ogni 4 ore, per la prevenzione invece è sufficiente una tazzina al dì per tre giorni.

L’aglio giova anche ai bambini. Tiene lontano non solo l’influenza ma anche i vermi e i pidocchi. Nel loro caso meglio cotto con i cereali o le verdure o aggiunto all’acqua del brodo insieme a mezzo cucchiaino di timo e origano.

ATTENZIONE a non superare le dosi consigliate (1-2 spicchi al giorno per gli adulti, mezzo spicchio 3-4 volte a settimana per i bambini), dosaggi elevati infatti possono dar luogo a gastriti e ulcera gastrica. Poiché prolunga i tempi di coagulazione del sangue va sospeso l’utilizzo regolare in previsione di un intervento chirurgico e usato con cautela dalle persone che assumono farmaci che influiscono sulla coagulazione sanguigna tipo aspirina o warfarin.

Evitare in gravidanza e allattamento, se soffri di acidità di stomaco o se tendi all’eiaculazione precoce.

venerdì 17 febbraio 2017

L’inquinamento atmosferico danneggia il Dna dei bambini

L’inquinamento atmosferico è un problema grave che riguarda tutto il mondo perché gli inquinanti atmosferici emessi in un paese possono essere trasportati dai venti contribuendo a determinare una cattiva qualità dell’aria altrove.
Che l’inquinamento dell’aria sia nocivo per ambiente e salute umana è risaputo,  ora però i dati (già allarmanti) delle precedenti ricerche si arricchiscono di un’ulteriore inquietante studio poiché di recente sono stati presentati i risultati di un progetto europeo triennale che ha rilevato la correlazione tra inquinanti aerei e danno al Dna dei bambini esposti. I ricercatori hanno definito come “modesto” questo danno ma lo riconoscono come un fattore di rischio per la salute futura di questi bambini. E la conclusione preoccupante cui sono giunti è che anche livelli di inquinamento non molto elevati possono essere associati ad effetti biologici precoci sul Dna.

Lo studio ha preso in esame le cellule buccali dei bambini di 6-8 anni residenti in cinque città  italiane: Pisa, Brescia, Lecce, Perugia e Torino. Per ogni bambino sono stati raccolti due campioni di cellule dalla mucosa della bocca, uno nel periodo invernale ed uno nel periodo primaverile, e su questi campioni è stato determinato il numero di micronuclei che sono un indicatore di effetto biologico sul Dna (piccoli nuclei accessori riscontrabili in cellule che hanno subito un danno al Dna). Contemporaneamente al campionamento biologico è stata registrata nell’aria la presenza di alcuni inquinanti.
I ricercatori hanno potuto riscontrare una frequenza di micronuclei maggiore in inverno, inoltre hanno osservato che l’effetto biologico precoce è aggravato nei bambini in sovrappeso ed esposti a fumo passivo mentre invece è attenuato da un’alimentazione sana.


Un’alimentazione sana è indubbiamente necessaria per stare bene e scegliendo il nostro cibo con accortezza possiamo diventare forti e reagire meglio ad eventuali malattie, sono però anche urgenti, da parte delle autorità politiche regionali, nazionali e internazionali, maggiori sforzi mirati a ridurre efficacemente le emissioni responsabili dell’inquinamento atmosferico che ammorba le nostre città. 

mercoledì 15 febbraio 2017

7 (buone) ragioni per masticare bene

Sembra un’epidemia, sempre più tachifagi individuo tra le persone che richiedono la mia consulenza. Non è necessario domandare “Mangi velocemente?”. La pessima abitudine di masticare poco il cibo, infatti, lascia un segno ben visibile. E, come diceva Lowen, non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo.

MASTICARE A LUNGO è FONDAMENTALE. Ecco sette buoni motivi per farlo: 
  1. Agevola la digestione. Una buona masticazione è necessaria per la trasformazione dei carboidrati. I cereali, a maggior ragione se integrali, vanno masticati bene. La loro digestione inizia in bocca ad opera della ptialina contenuta nella saliva, senza un’adeguata masticazione fermentano invece a livello del colon e del cieco favorendo la crescita di una flora intestinale patogena. Inutile pretendere di avere la pancia piatta se non si mastica lentamente e con cura ogni boccone.
  2.  Migliora l’assimilazione delle sostanze. L’insalivazione equilibra il livello idrico del cibo e ciò lo rende meglio trasformabile.
  3.  Rinforza denti, gengive, mandibola e mascella. È importante per gli adulti e soprattutto per i più piccini che, in virtù di “questa ginnastica”, riescono anche ad articolare meglio le parole.
  4.  Sostiene l’attività del sistema immunitario. Secondo un recente studio statunitense della University and National Institutes of Healthun che è stato pubblicato sulla rivista Immunity, quando mastichiamo stimoliamo un tipo specifico di cellule immunitarie, i linfociti Th17, che aiutano a proteggerci da infezioni di funghi e batteri.
  5. Permette di limitare i condimenti. Questo è possibile perché, mentre mangiamo, ogni atto masticatorio migliora la sensibilità verso i sapori più delicati. Si può dire che a forza di masticare aumenta il sapore dei cibi.
  6. Evita di mangiare troppo. Un’adeguata masticazione aiuta a regolare la quantità di cibo introdotta. Ai primi contatti con le sostanze nutritizie le papille gustative che abbiamo sulla lingua inviano dei segnali al cervello che, dopo circa venti minuti, comincia a far avvertire un senso di sazietà.  Ovviamente se divori un pasto in 5 minuti continuerai a mangiare oltre il necessario per il restante tempo e alla fine ne risentirà anche la tua linea.
  7. Ha un’azione benefica su mente e corpo. Quando mangi innanzitutto siediti a tavola ed evita distrazioni come la televisione o la lettura. Dedica tutta la tua attenzione al pasto, mastica lentamente, assaporando ogni boccone. Migliorando la digestione avrai maggiore lucidità e presenza  per tutto il giorno. Guadagnerai presto anche in termini di energia riuscendo a fronteggiare meglio stress e stanchezza.
Cosa si intende per “masticare bene”?
Nella medicina tradizionale cinese si parla di 30 atti masticatori per ogni boccone per non ammalarsi, un celebre medico orientale consiglia addirittura di arrivare a 100 quando si vuole guarire.
Può sembrare una follia a chi di norma è abituato a masticare 2-3 volte ogni boccone, quando va bene 5-6. Eppure un’adeguata masticazione può fare la differenza tra la salute e la malattia.

Un buon esercizio per imparare a masticare è quello di appoggiare la posata (che non a caso si chiama così!) mentre mastichi. Non avere fretta di riprenderla se prima non hai terminato di ridurre in poltiglia finissima e poi ingoiato il boccone.
Ti suggerisco anche di contare nella tua testa quanto mastichi. Questo permette di aumentare la tua consapevolezza e di intervenire ogni volta per masticare un po’ di più rispetto a quella precedente.

All’inizio non sarà per niente facile, ma provaci. Gradualmente ti abituerai e poi, quando inizierai ad apprezzare i benefici di un’accurata masticazione, non potrai più farne a meno.



lunedì 13 febbraio 2017

Fagioli con l’occhio saporiti al profumo di salvia e zenzero

L’ingrediente principale di questa ricetta sono i fagioli con l’occhio, piccoli e di colore chiaro, si caratterizzano per una macchia nera che ricorda appunto un occhio.

Questi legumi sono costituiti per il 23% circa di proteine e per il 18% circa di fibre. Contengono inoltre vitamine A, B, C ed E, minerali (come potassio, ferro, calcio, zinco e fosforo) e sono ricchi di lecitina, un emulsionante naturale dei grassi che aiuta a non perdere l’elasticità della pelle ed è importante per la salute dell’apparato cardiocircolatorio e nervoso centrale.

Vanno tenuti in ammollo 10-12 ore, risciacquati due-tre volte e cotti a fiamma bassa senza sale per circa 60 minuti.
Ecco come procedere per questa ricetta che, assicuro, è facile e molto gustosa: ogni volta che l’ho proposta ai miei amici ha avuto grande successo.

Ingredienti

300 gr fagioli con occhio (pesare da secchi prima dell’ammollo)
500 gr pomodori pelati
salvia
aglio
olio extra vergine di oliva
sale
radice di zenzero fresca
prezzemolo

Preparazione

In una padella antiaderente abbastanza capiente far insaporire in poco olio un aglio privato della sua anima interna e schiacciato, aggiungere i pomodori e far cuocere per 10 minuti.

Unire i fagioli con un mestolo della loro acqua di cottura (conservare un altro mestolo di acqua nell’ipotesi che in seguito ne serva ancora) e lasciare cuocere a fuoco medio insieme ad abbondante salvia.

Quando l’acqua si sarà quasi ritirata del tutto e i fagioli insaporiti, aggiungere il sale e lo zenzero (grattugiare 1-2 cm di radice cui andrà prima tolta la buccia per la parte che serve).
Se occorre, unire un altro poco di acqua di cottura dei fagioli e far ultimare la cottura per altri 3-4 minuti. La consistenza finale deve essere abbastanza cremosa.

Appena spento il fuoco si aggiunge il prezzemolo fresco tritato finemente e l’olio extravergine d’oliva. Girare e chiudere con un coperchio attendendo qualche minuto prima di servire per far amalgamare bene tutti i sapori.


È un piatto che sta bene insieme a verdure e carne o pesce, abbinamento ottimo per il pasto serale. I legumi, infatti, sono ricchi di carboidrati e l’abbinamento con i cereali è da sconsigliare a cena, a maggior ragione se non si svolge alcuna attività fisica e se ci sono problematiche di colesterolo, glicemia e pressione.


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venerdì 10 febbraio 2017

L’alimentazione giusta per un buon latte materno

Allattare al seno il proprio bambino è un momento così intenso e dolce che non si può più dimenticare. Una preziosa opportunità per fortificare quel legame unico e speciale che si è creato tra madre e figlio già durante la gravidanza.

Il latte materno è il cibo perfetto per il cucciolo d’uomo, quello che la natura ha previsto per il suo sviluppo ottimale. Non solo nutre il bebè in modo completo ma lo protegge anche da molte malattie e infezioni: enteriti, otiti, infezioni respiratorie e urinarie sono tutte più frequenti nei bambini alimentati con latte artificiale. Secondo molti studi il latte della mamma stimola, infatti, il sistema digerente del bambino favorendo la proliferazione della flora batterica simbionte e la maturazione del sistema immunitario. Inoltre serve per la maturazione neurologica e cerebrale e per lo sviluppo di una sana emotività e capacità relazionale.

I vantaggi però non sono tutti per il bambino: allattare al seno fa bene anche alle mamme perché da un lato le aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza e dall’altro riduce il rischio di sviluppare in futuro osteoporosi e alcune forme di tumore al seno o all’ovaio.

Per un buon allattamento è indispensabile una sana alimentazione della madre che, in realtà, già dovrebbe seguire una dieta accorta e adeguata anche per tutto il periodo della gravidanza.

Dal punto di vista naturopatico SONO DA PRIVILEGIARE ALCUNI ALIMENTI che assicurano una buona funzione energetica dei vari organi, presupposto essenziale per un buon latte:

v  Semi (di zucca, girasole, sesamo e lino)
v  Alghe (ne basta una piccola quantità)
v  Legumi (particolarmente benefici i fagioli atzuki)
v  Verdure (sempre fresche e di stagione)

POSSONO ESSERE DI COMPLEMENTO:
v  Uova
v  Derivati della soia (tofu e tempeh)
v  Pesce e carne bianca
v  Frutta

Ovviamente è bene utilizzare il più possibile alimenti ottenuti senza l’impiego di sostanze chimiche e quindi da agricoltura o allevamento biologici.

EVITARE invece:
v  zucchero bianco (scarica energeticamente milza e reni)
v  latte vaccino e derivati (producono umidità e muco)
v  insaccati, salumi, carni rosse, caffè, the, cioccolato e spezie (secondo la medicina cinese scaldano eccessivamente stomaco, intestino e fegato)

Infine tener presente che il latte è composto prevalentemente di acqua: è necessario bere in abbondanza durante il periodo dell’allattamento e, preferibilmente, acqua (non gassata).

Si possono utilizzare anche tisane molto diluite (un cucchiaio di droga per un litro di acqua bollente da sorseggiare nell’arco della giornata) facendo attenzione a utilizzare erbe considerate sicure. In genere quelle consigliate durante l’allattamento sono: fieno greco, anice verde, verbena e tiglio per la loro attività galattogoga, carminativa e antifermentativa.

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mercoledì 8 febbraio 2017

Vinci la collera

Tendi a perdere la pazienza un po’ troppo facilmente?
A volte sono la lentezza o i ritardi altrui a far saltare i nervi, altre la disorganizzazione e la sciatteria delle persone. Un’altra circostanza ad alto rischio è la guida. Chissà quante volte sarà capitato anche a te di lanciare urla contro un altro automobilista perché andava troppo piano o perché magari ha oscillato per un attimo tra una corsia e l’altra. Per non parlare degli ingorghi del traffico che ti fanno andare in bestia per il tempo che rubano.
Tutti possiamo inciampare in un eccesso di collera. Perfino durante un’attività piacevole come il gioco può capitare di arrabbiarsi: con gli avversari perché non stanno alle regole o con i compagni di squadra perché non giocano bene.

Se pensi che sia più salutare dare sfogo all’ira che tenersela dentro, sappi che non è esattamente così. L’ira è debilitante e alla lunga provoca ulcere, insonnia, palpitazioni e pressione alta. Secondo la medicina tradizionale cinese nelle sue forme eccessive (se è troppo forte o troppo frequente) può disturbare il fegato oppure al contrario essere segno di un disturbo a carico di questo organo.
La rabbia non dà buoni risultati neppure dal punto di vista psicologico. Dopo una sfuriata, infatti, ci si sente il più delle volte depressi o pieni di sensi di colpa, la comunicazione subisce una battuta d’arresto e i rapporti affettivi entrano in uno stato di pericolo costante.
Adirarsi è umano? Essere irritati o seccati lo è, ma perdere il controllo continuamente e “dare di fuori” è più una forma di follia che portata agli estremi ti può condurre a fare o dire cose di cui poi potresti pentirti, perfino a violenze fisiche contro altre persone. Meglio quindi fermarsi in tempo e cercare di perdere questa brutta abitudine.

Arrabbiarsi è una scelta. Non è qualcosa che semplicemente ti capita, ma una maniera di reagire alla frustrazione. Una reazione che vivi ogni volta che le tue attese non vengono corrisposte.
Quando le cose non vanno come vorresti, ti dici che non dovrebbero affatto andare a quel modo e, tra tutte le reazioni che potresti avere, scegli proprio quella di adirarti. Può trattarsi di uno sfogo verbale, di un mutismo perverso o di azioni fisiche ben precise come gestacci o lanci d’oggetti, fatto sta che decidi di manifestare la tua emozione in modo distruttivo.
Certo, non possiamo impedire che una persona o un contrattempo ci facciano arrabbiare: la prima reazione non è in nostro potere. Passare tutta la giornata a tenere monologhi o a infuriarci sempre più, però, è una nostra responsabilità.

Come gestire allora in modo appropriato questa emozione intensa che talvolta ci fa sentire sconfitti, indifesi e incapaci di agire?
Ti propongo CINQUE SUGGERIMENTI PER VINCERE LA COLLERA. Non si tratta di reprimerla, ma di trasformare la sua forza in energia per un cambiamento in positivo:

1.      Cerca di capire cosa vuole dirti.
La rabbia è un segnale: può dirti che i tuoi bisogni non sono stati soddisfatti, che i tuoi diritti sono stati violati, che i tuoi talenti sono stati ignorati o che è stata fatta un’ingiustizia. Se capisci cosa si cela dietro la tua collera puoi gestire la tua reazione in modo diverso. È anche un’occasione preziosa per conoscerti meglio perché, mentre cerchi di comprendere la causa della tua rabbia, tu determini che cosa possa essere o non essere accettabile per te e questo è indispensabile per guidare le tue scelte e per dare forma alla tua vita.

2.      Chiediti come puoi cambiare la situazione che genera la tua ira.
Ci sono delle azioni che puoi prevedere, attivare o al contrario evitare? Puoi modificare il tuo atteggiamento? Si può sempre fare qualcosa ed è il caso di focalizzarti solo su ciò che “tu” puoi fare. Anche se ritieni che gli altri siano il tuo problema, non puoi pensare di cambiare le persone (a meno che esse non lo desiderino).

3.      Esprimi i tuoi sentimenti in modo saggio
Prima di tutto devi rivolgerti alla persona giusta. Spesso si sbotta con una persona diversa da quella che in realtà ci ha fatto arrabbiare. Succede perché non possiamo affrontare, o non abbiamo il coraggio di affrontare, la causa reale del disagio. Quando c’è qualcosa o qualcuno che c’infastidisce, sempre meglio trattare subito il problema senza accantonarlo.
In secondo luogo quando esprimi la tua collera devi cercare di farlo in modo chiaro: devi dire precisamente che cosa e perché ti fa inquietare. Ascolta anche le ragioni altrui però! Il più delle volte parlando e restando aperti anche ai punti di vista degli altri si riesce a trovare una soluzione che soddisfa i bisogni di tutte le parti in causa.

4.      Agisci
Una volta compresa la causa della tua rabbia, stabilito cosa puoi fare ed espresso i tuoi sentimenti in modo adeguato, occorre che tu agisca per eliminare le ragioni della collera. Cambiare una situazione problematica richiede pazienza e costanza e più di un confronto con gli altri. Soprattutto disponibilità, da parte tua, ad adottare comportamenti diversi.

5.      Ridi
È impossibile essere arrabbiati e contemporaneamente ridere. Sono due cose che si escludono a vicenda. E tu puoi scegliere.
Impara ad osservare con distacco certe incongruenze e imprevisti della vita. Anche i comportamenti altrui che possono sembrarti fuori luogo. Se t’infuri ottieni forse di cambiare questo mondo un po’ pazzo? Pensa invece che questo è l’unico tempo di cui disponi: vuoi viverlo tormentandoti o cercando di riempire il più possibile le tue giornate di buon umore? In questo modo non solo non ti recherai danno ma aiuterai anche gli altri a stare meglio. Le risate e il senso dell’umorismo annullano le ostilità, fanno bene all’anima e ti rendono più forte.

Così, invece di essere schiavo/a di ogni circostanza frustrante, puoi sfruttare la situazione come sfida per cambiarla. E non ti resterà tempo per adirarti …

lunedì 6 febbraio 2017

Riequilibra l’ambiente con gli aromi

È un vero piacere, dopo una giornata passata fuori a subire la frenesia del mondo esterno, rientrare a casa e respirare un’aria lievemente profumata. La natura ha messo a disposizione tutti gli aromi che ci servono a questo scopo ed è senza dubbio più salutare ricorrere a oli essenziali estratti dalle piante piuttosto che a essenze chimiche.

Attraverso i sensori che abbiamo nel naso gli oli essenziali creano dei riflessi che vanno ad attivare il nostro sistema limbico stimolando tutte le funzioni neurovegetative:
v  memoria e ricordi
v  sensualità
v  apparato respiratorio e digestivo
v  emozioni

Puoi utilizzare le essenze anche per sostenere il sistema immunitario quando, nel periodo invernale, virus e batteri sono più attivi: il timo e il limone, ad esempio, hanno un forte potere antisettico atmosferico mentre il pino e l’eucalipto sono balsamici e dormire in una camera da letto in cui sono stati diffusi favorisce la guarigione dal raffreddore.
Ma ci sono anche degli oli essenziali afrodisiaci come ylang ylang e muschio che attivano l’erotismo e la fantasia, rilassanti come melissa e lavanda utili nel trattamento di disturbi quali ansia e tensione nervosa, sedativi come camomilla e mandarino che favoriscono la calma e il sonno ed essenze toniche come menta e limone che aiutano la concentrazione e lo studio.

L’importante è evitare aromi di provenienza sintetica e utilizzare solo oli essenziali puri naturali al 100% provenienti da coltivazioni biologiche controllate e spontanee. È necessario anche limitare la quantità aggiunta all’acqua delle vaschette dei radiatori o negli appositi diffusori: il numero delle gocce (in genere 2-3 per stanza) è in relazione alla grandezza dell’ambiente e all’intensità del profumo desiderato ma il mio consiglio è di non superare il numero di 10 gocce complessive se abiti in un piccolo appartamento.
Per quanto estratti dalle piante, gli oli essenziali sono una miscela abbastanza complessa di numerose sostanze chimiche molte delle quali già presenti all’interno della pianta stessa e altre invece formatesi durante le varie fasi di estrazione. Devi quindi essere consapevole che stai usando una sostanza molto concentrata. Un utilizzo improprio può esporre anche a gravi effetti collaterali.

Ecco alcuni suggerimenti per armonizzare e rendere più piacevole l’atmosfera di casa:
  • ENTRATA   Arancio o limone dall’odore rassicurante sono perfetti per profumare l’ingresso dell’abitazione.
  • SALOTTO   Rosa o sandalo facilitano il relax.
  • STUDIO  Menta piperita o rosmarino favoriscono la concentrazione
  • CUCINA  Il bergamotto aiuta ad eliminare gli odori sgraditi.
  • CAMERA DA LETTO  È la stanza più importante visto che ci passiamo la maggior parte delle ore. Lavanda, melissa o camomilla romana conciliano il sonno, nel caso di influenza o convalescenza è possibile invece scegliere oli essenziali antisettici che inibiscano lo sviluppo di batteri e virus come tea tree o timo oppure essenze con proprietà anticatarrali e mucolitiche come pino o eucalipto che aiutano in caso di disturbi a carico dell’apparato respiratorio.
  •  STANZA DEI BAMBINI  Adatto il mandarino che ha un profumo dolce e rilassante, limitarsi ad 1-2  gocce nell’acqua del termosifone o nel diffusore ed evitare  prima dei tre anni.
Un’ultima raccomandazione finale: gli oli essenziali non devono essere usati durante la gravidanza o l’allattamento. Prudenza anche per gli epilettici e le persone asmatiche o allergiche.



venerdì 3 febbraio 2017

Lubrifica il tuo corpo

Un’automobile non può funzionare senza olio. Così il nostro corpo per godere di buona salute ha necessità di essere lubrificato.
Tessuti, apparato riproduttivo, ormoni, ghiandole, muscoli, occhi, pelle, capelli, unghie, articolazioni e ossa possono svolgere bene le loro funzioni solo se hanno il corretto apporto di acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6. I semi di lino li contengono entrambi in perfetto equilibrio fra loro e in una forma facilmente assimilabile.
Diversi studi scientifici hanno messo in rilievo le proprietà ipocolesterolemizzanti e ipotensive di questi piccoli e preziosi semi. Ma i benefici sono anche altri: capacità di inibire le allergie, prevenire i tumori del seno e del colon, aiutare a regolare il peso corporeo, tenere alto il morale, rafforzare il sistema immunitario e contribuire a rendere la pelle più sana.

I semi di lino hanno un involucro resistente che se ingeriti interi impedirebbe al nostro organismo di assimilare gli acidi grassi omega-3 ed omega-6 in essi contenuti.
Per poter far tesoro delle loro preziose proprietà nutrizionali occorre tritarli al momento del loro utilizzo evitando di utilizzare macinini elettrici che surriscalderebbero i semi distruggendo i loro nutrienti. Il mio consiglio è di utilizzare un mortaio o un macinacaffè manuale.
Spolverizza il trito sul piatto a crudo. Uno-due cucchiai al giorno, mescolati a insalata, cereali, zuppe, pasta e stufati garantiscono il fabbisogno giornaliero di acidi grassi omega-3 ed omega-6.

Trovi i semi di lino in vendita nei negozi di alimentazione naturale, nelle erboristerie e in alcuni supermercati.
In commercio puoi reperire anche l’olio di semi di lino che però è molto delicato. Per mantenere tutte le sue proprietà deve essere prodotto tramite spremitura a freddo, in assenza di aria e a temperatura controllata, va inoltre conservato in bottiglie di vetro scure per proteggerlo dalla luce solare e in frigorifero per proteggerlo dalle alte temperature.

Personalmente preferisco utilizzare i semi. Anche questi, una volta aperta la confezione, si conservano in frigo per poter godere a lungo dei loro benefici.