martedì 18 aprile 2017

Fegato grasso fin da piccoli

È stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Hepatology uno studio condotto tra il 2012 e il 2016 su 271 bambini e ragazzi affetti da fegato grasso. Con questa indagine i ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù hanno dimostrato per la prima volta i danni del fruttosio sulle cellule del fegato dei più piccoli.

Troppo zucchero può trasformarsi in veleno per i bambini.
L’elevato consumo di questa sostanza è da tempo associato a numerose patologie sempre più frequenti in età pediatrica come l’obesità, il diabete di tipo II e le malattie cardiovascolari. Ma poco si sapeva del suo effetto sul tessuto epatico, almeno fino ad oggi. Questo studio dell’Ospedale Bambino Gesù ha avuto il pregio di colmare una lacuna ponendo l’attenzione sul fruttosio aggiunto a cibi e bevande che è responsabile di scatenare meccanismi simili a quelli dell’alcol. Infatti, a differenza del glucosio che può essere utilizzato quasi da ogni cellula del nostro corpo, il fruttosio
può essere metabolizzato soltanto dal fegato perché questo è l’unico organo in cui è presente il suo trasportatore. La ricerca ha verificato che ogni grammo in eccesso rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi.

Dunque la steatosi, che un tempo era un problema solo degli adulti, è diventata anche una patologia infantile. Se, come genitori, vogliamo proteggere la salute dei nostri figli (ma anche la nostra!) non possiamo fare a meno di fare scelte alimentari oculate:

1.      Evitiamo, innanzitutto, di comprare bibite gassate e ultradolci. Un solo bicchiere di queste schifezze (oltretutto diffusissime nei distributori di palestre, stadi, scuole) contiene il 44% del fabbisogno di zucchero giornaliero di una persona. E non pensate di fare meglio scegliendole nella versione ligth: in questo caso sono ricche di edulcoranti artificiali che nel tempo aprono la strada al diabete o a patologie ben peggiori.

2.      Eliminiamo dalla lista della spesa anche yogurt alla frutta (meglio comprarlo al naturale e aggiungerci della frutta fresca di stagione al momento del consumo), pancarré (morbido e appetibile ma ricco di destrosio che è sempre zucchero), merendine, biscotti, creme spalmabili, budini, gelati, caramelle, gomme da masticare e dolci confezionati.
Se proprio desideriamo dare qualcosa di dolce ai nostri figli, prepariamo in casa delle sane merende e colazioni con ingredienti salutari (puoi trovare trovare qualche idea in questi post: Idee per merende e colazioni dei più piccoliCoppette di castagne e mele golden, Budino appetitoso).

Lo so, noi mamme che lavoriamo siamo sempre di corsa, ma il tempo lo si può e lo si deve trovare dandoci una scala di valori da anteporre a tutto il resto, anche a costo di fare delle rinunce. Di fronte alla salute nostra e dei nostri figli ne vale la pena.

3.      Anche lo zucchero bianco, lo sciroppo di glucosio-fruttosio, la stevia, lo sciroppo d’agave sono da bandire. Meglio in generale abituarsi gradualmente a gusti meno dolci e quando si vuole dolcificare in modo sano, senza comunque esagerare, meglio farlo con la frutta secca (ad esempio l’uvetta sultanina e le albicocche secche) o i malti (di riso o d’orzo) contenenti maltosio e maltodestrine che hanno sì un indice glicemico elevato, ma il vantaggio di non contenere il fruttosio. L’importante è che ci sia insieme anche un grasso (come un buon olio di oliva o noci o pistacchi o una crema di mandorle) che rallenta la velocità di assorbimento del glucosio nell’intestino.

4.      Un ulteriore consiglio è infine quello di mangiare la frutta e i dolci lontano dai pasti, a maggior ragione se già questi pasti sono ricchi di carboidrati.

Purtroppo la pubblicità non aiuta, anzi crea una cultura alimentare insana e la gioventù di oggi che guarda tanta, troppa TV, ne è profondamente influenzata.
Anche nelle scuole si vedono spesso distributori automatici che contengono bibite zuccherate, dolcificate e cibo spazzatura. Sarebbe bene introdurre l’educazione alimentare nelle ore di lezione di bambini e ragazzi ed insegnare a mangiare sano anche a tanti genitori.

C’è bisogno di svegliare le coscienze, difendendo la salute al di là degli interessi dell’industria alimentare.

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