venerdì 18 agosto 2017

Pronto soccorso scottature con calendula e iperico

Se le accortezze prima dell’esposizione solare non sono state sufficienti e la pelle presenta eritemi e scottature, un ottimo rimedio è rappresentato dall’olio preparato con la calendula o con l’iperico. Basta applicarlo sulla parte interessata e massaggiare con dolcezza più volte al giorno, cercando ovviamente di evitare nuove esposizioni ai raggi ultravioletti finché la pelle è stressata.

L’oleolito di calendula nutre gli strati profondi della cute, riduce
gli arrossamenti di ogni tipo ed elimina prurito e bruciore.
L’oleolito di iperico (chiamato anche “Olio di S. Giovanni) ha le stesse proprietà ed è ottimo non solo per le scottature solari, ma anche per quelle da fuoco.
Si possono reperire entrambi nelle erboristerie e in alcune farmacie specializzate in prodotti naturali.
Quando mi è capitato di trascorrere l’estate in campagna, li ho potuti preparare da sola. L’olio ha una bassa capacità estrattiva e il processo è alquanto lungo: ci vogliono 2-3 mesi, ma per me è bello e rilassante lavorare con le erbe e a contatto con la natura.
Se le piante medicinali sono anche la tua passione e hai la possibilità di dedicare del tempo alla preparazione di rimedi e dolci cure, ecco le indicazioni per realizzare “l’oleolito salva-scottature”.

Preparazione
Procurarsi il vegetale fresco (fiori di calendula o di iperico) nel momento di raccolta ideale, il che vuol dire giugno-agosto, nelle ore calde intorno a mezzogiorno, con tempo soleggiato e senza vento, in un periodo di luna crescente.
Con i fiori appena raccolti si riempie per due terzi un vasetto di vetro quindi si copre completamente il contenuto con olio di girasole biologico e si chiude bene. Attenzione: i fiori devono rimanere ben coperti dall’olio (se necessario usare un peso per tenerli bloccati sul fondo).
Il vasetto va poi esposto al sole perché il calore facilita il processo estrattivo ma bisogna farlo al mattino presto o il pomeriggio dopo le 17-18 perché la luce troppo intensa altera l’olio e alla fine può risultare un prodotto non idoneo. Perciò tutti i giorni, nelle ore più giuste, l’olio va spostato all’aperto.

Quello appena descritto è il classico metodo per preparare l’oleolito che veniva usato in passato. È abbastanza lungo e richiede tempo e pazienza. Alla fine però, se tutto è stato fatto correttamente, si ottiene una preparazione molto efficace che, una volta filtrata e strizzata bene si conserva a lungo, a riparo da luce e umidità, in una boccettina di vetro scuro chiusa bene.

C’è anche un sistema più veloce che consiste nel riscaldare a bagnomaria l’olio di girasole e i fiori senza però far raggiungere all’olio l’ebollizione. Si spenge il fuoco appena raggiunta una certa temperatura e si lascia raffreddare coperto, poi si ripete l’operazione 2 o 3 volte. Dopo la terza volta si tolgono i fiori dall’olio filtrandoli e strizzandoli bene e si trasferisce l’oleolito ottenuto in un contenitore di vetro scuro che, tappato bene, si conserva in un luogo buio e asciutto fino a due anni.

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