mercoledì 2 novembre 2016

L’amore vince la morte

“Non piangere”, ti dicevo, “E’ vero, me ne andrò prima di te, ma quando non ci sarò più ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, l’orto, il giardino e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme. La stessa cosa ti succederà se ti siederai sulla mia poltrona, o quando farai la torta che ti ho insegnato a fare oggi, e mi vedrai davanti a te con il naso sporco di cioccolato…  e sorriderai!”
(Susanna Tamaro)


Coloro che abbiamo perduto sono con noi. Nella nostra mente, nel nostro cuore. Sempre. Perché l’amore per i nostri cari che non sono più fisicamente accanto a noi è un legame spirituale che la morte non può spezzare.

Vi sono momenti, però, in cui vorremmo tanto sentire “quella voce” o “quell’abbraccio” … l’assenza è così dolorosa che si avverte un nodo in gola e ricominciano a sgorgare quelle lacrime che pensavamo di aver superato.
È proprio allora che dobbiamo sforzarci di ricercare una più profonda comunione spirituale con quella persona che ha significato e continua a significare tanto per noi.

La fede, se ce l’abbiamo, può aiutare molto.
Se la visione è diversa,  possiamo comunque attutire un poco la sofferenza onorando con la memoria i nostri cari scomparsi, ricordando con affetto le caratteristiche che li hanno resi davvero speciali e cercando di portare avanti gli insegnamenti che ci hanno dato.
Se abbiamo dei figli, ad esempio, è bello e importante parlare loro dei nonni che non hanno avuto la fortuna di conoscere, raccontare qualche aneddoto della loro vita e in questo modo permettere che si possa creare, nonostante tutto, una relazione amorosa.

Perché l’amore, alla fine, è l’unica cosa che conta.
È per sempre. Non cessa mai.
E supera qualsiasi barriera. Persino la morte.


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