venerdì 9 marzo 2018

Interferenze pericolose


Ci sono sostanze chimiche in grado squilibrare il nostro sistema endocrino e immunitario. Si chiamano interferenti endocrini e sono molecole tossiche che respiriamo e ingeriamo ogni giorno attraverso aria e cibo e che tendono a depositarsi nell’organismo concentrandosi nei tessuti e fluidi ricchi di grasso (tessuto adiposo e latte materno per esempio).
Le conseguenze sono gravi  perché l’accumulo nel corso degli anni di dosi successive,  anche se singolarmente basse, dà luogo ad un cocktail altamente nocivo.

Ci vogliono infatti decenni per smaltire queste sostanze e, nel frattempo, possono provocare notevoli conseguenze:  alterazione della fertilità (sia maschile che femminile), pubertà precoce, abortività, endometriosi, incremento del rischio di tumori endocrino-dipendenti (seno e ovaio nella donna e prostata e testicolo nell’uomo), disturbi neuropsichiatrici dello sviluppo (deficit cognitivi e dell’attenzione nel bambino e nell’adolescente)  e, infine, alterazioni immunitarie.

Ma quali sono questi interferenti endocrini e dove si trovano?

1.     Ftalati. Sono impiegati nella produzione di plastiche perché conferiscono morbidezza, flessibilità e resistenza.  Purtroppo sono inquinanti ambientali ubiquitari, presenti in quasi tutti i materiali in plastica (PVC). Ad esempio si possono trovare anche in plastiche e tubi per uso medico chirurgico, nei contenitori per alimenti, nei giocattoli, in succhiotti e massaggiagengive, in alcuni smalti per unghie o lacche per capelli e nelle pellicole alimentari. Vengono facilmente  rilasciati dai prodotti che li contengono e assorbiti attraverso l’alimentazione e la pelle.

2.     parabeni. Sono utilizzati come additivi conservanti in molti cosmetici, alimenti e prodotti farmaceutici.  Le loro interferenze endocrine sono ben documentate da diversi studi, puoi approfondire cliccando in questo mio precedente post.

3.     bisfenolo A. È molto utilizzato nella fabbricazione delle plastiche di policarbonato quindi lo si può ritrovare in molti contenitori per cibi e bevande, nei giocattoli, nei teli plastici, in colle e sigillanti (anche odontoiatrici).

4.     Difenileteri polibromurati (PBDE). Utilizzati come ritardanti di fiamma, sono presenti in alcuni mobili, tende, tappeti, materassi e anche in televisori e computer.

5.     Diossine. Vengono immesse nell’ambiente dagli inceneritori ma sono anche residui che provengono da molti processi industriali non opportunamente controllati. Trasportati dalle correnti d’aria,  le  diossine contaminano campi e raccolti, come hanno denunciato più volte anche le associazioni Greenpeace e Legambiente. Gli animali che si nutrono di raccolti contaminati si contaminano a loro volta, accumulando diossina nei tessuti soprattutto in quelli adiposi, e dal bestiame poi questa sostanza nociva passa all’uomo attraverso la carne e il latte.

6.     Pesticidi ed erbicidi. Ad oggi sono usati molto in agricoltura. La loro azione come interferenti endocrini è estremamente potente. Questi composti sintetici arrivano a noi dagli alimenti e dalle acque.

7.     Metalli pesanti.  Quelli più implicati nell’interferenza endocrina sono il piombo, l’arsenico, il nichel, il cadmio e il mercurio. Quest’ultimo è particolarmente presente in alcuni pesci (quelli di grossa taglia).

Come difendersi?
In attesa che politici e amministratori affrontino con determinazione il problema delle fonti da cui proviene l’inquinamento dovuto a queste sostanze tossiche – mi riferisco, ad esempio, agli inceneritori (che si stanno moltiplicando e potenziando in Italia) o alla lavorazione della plastica e di determinati prodotti chimici (che necessiterebbe di una diversa regolamentazione) o all’utilizzo di certi pesticidi (che andrebbero eliminati) – ecco intanto ciò che puoi fare:

·       Prima di tutto cerca di abitare in un luogo più salubre possibile.

·       Controlla sempre la provenienza dei cibi scegliendo il più possibile quelli di agricoltura biologica certificata e tenendo conto delle zone in cui animali e vegetali vengono allevati o coltivati.

·       Evita l’utilizzo di padelle antiaderenti graffiate.

·       Non riutilizzare contenitori in plastica per alimenti e bevande usurati.

·       Lascia che i liquidi caldi si raffreddino prima di travasare in contenitori di plastica non destinati all’uso ad elevate temperature.

·       Risciacqua i cibi in scatola prima del consumo.

·       Elimina dai cibi le parti bruciate (anche dalla pizza) ed evita l’uso di alimenti affumicati.

·       Evita i preparati commerciali predosati di caffè in cialde o in capsule di plastica o alluminio. C’è uno studio dell’Università di Padova condotto in collaborazione con il Cnr che ha evidenziato il rilascio di ftalati nel caffè in tutti i campioni esaminati.

·       Limita al massimo l’utilizzo della plastica in cucina dando la preferenza a utensili di vetro, legno e acciaio.

·       Nella scelta del materiale per la casa evita l’uso di PVC morbido  contenente DEHP (diottiftalato). Questa sostanza a volte la si può ritrovare anche nei rivestimenti per materassi, nei fasciatoi e nei passeggini (nel caso utilizza fodere in fibre non trattate).

·       Evita i capi di abbigliamento con trattamenti opzionali idrorepellenti o antimacchia.

·       Evita il ristagno della polvere negli ambienti chiusi ed effettua un’adeguata periodica pulizia assicurando anche una corretta manutenzione degli aspirapolveri.

·       Limita la combustione di incenso e il fumo di candela e rinuncia al fumo di sigaretta almeno nell’ambiente in cui vivi.

·       Fai attenzione che i bambini non entrino in contatto con la bocca con oggetti in PVC.

Infine presta attenzione anche a vestiario, detersivi, cosmetici, detergenti, creme e profumi.  Attraverso questi prodotti, infatti, gli interferenti endocrini passano dalla pelle entrando direttamente in circolo senza essere filtrati dal fegato. Leggere le etichette è sempre fondamentale.

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